Il governicchio è avvisato: che nessuno si sogni di impedire alla gente di lavorare!

E ti pareva! I contagi da stramaledetto virus cinese sono tornati a risalire in modo importante ed in poco tempo. Anche in Ticino.

La situazione, e per fortuna, non è paragonabile a quella di marzo-aprile: al momento nel nostro Cantone le persone ricoverate in ospedale sono pochissime. Nessuna è in cure intense. Rispetto ai tempi della prima ondata, si eseguono molti più tamponi. E’ infatti evidente che, in primavera, il numero ufficiale dei contagiati era nettamente inferiore (una frazione?) di quello reale. Ciò non toglie che i numeri comunque preoccupano. Dunque occorre intervenire. Senza farsi prendere dal panico e dall’isteria. E soprattutto tenendo ben presente un assunto: un secondo lockdown è ESCLUSO.  Manderebbe in fallimento il Ticino (e pure la Svizzera). Farebbe più danni del virus cinese.

Opzione esclusa

A causa del lockdown primaverile l’ente pubblico si è caricato di miliardi di debiti che verranno lasciati in eredità alle prossime generazioni. Se qualcuno a $inistra immagina di chiudere ancora una volta la gente in casa per svariate settimane a guardare le serie su Netflix mentre lo Stato (con i soldi del contribuente) versa gli stipendi, se lo può scordare subito.  Sicché, diversamente da quanto dichiarato dal governicchio cantonale, un secondo lockdown non è “l’ultima ratio”: non va nemmeno preso in considerazione. Il CdS farà bene a chiarirlo senza equivoci a funzionari quali Merlani (medico cantonale) e Cocchi (comandante della Polizia). I quali sono appunto funzionari. Quindi devono stare al proprio posto; senza pensare di prendere quello di chi è stato eletto per “governare” (parola grossa).

Nuove misure

Non vorremmo infatti che il “magic duo” Merlani-Cocchi avesse sviluppato una perniciosa dipendenza da visibilità pubblica e già si immaginasse di tornare ad occupare il centro della scena mediatica (si pensi all’imbarazzante caso dell’ex “Mr Coronavirus” federale Daniel Koch, ovvero il sosia della Morte nel film “Il Settimo Sigillo” di Bergman, che, pur di attirare l’attenzione dei media, si lancia in iniziative grottesche).

Quindi, ben venga l’obbligo di portare la mascherina nei negozi: lo si sarebbe già dovuto introdurre da un pezzo. Ben venga pure la chiusura delle discoteche e dei locali notturni: nemmeno li si doveva riaprire. Non c’era bisogno di essere dei virologi da premio Nobel per rendersi conto che in questi esercizi pubblici ci sono le condizioni “ideali” per la nascita di focolai infettivi. E alimentare la seconda ondata perché pochi si “devono” divertire è irresponsabile. Spiace per il settore, ovviamente. Andrà aiutato tagliando sui miliardi che la partitocrazia si ostina a regalare all’estero.

E’ anche essenziale che le quarantene vengano rispettate. Bisognerà dunque introdurre multe salate per chi non vi si attiene. Altrimenti l’esercizio diventa una farsa. Ci vogliono controlli sistematici ai confiniper identificare chi rientra da paesi a rischio (altro che affidarsi alla “responsabilità individuale”). Chi non rispetta la quarantena, sì che crea un pericolo per la salute pubblica. Altro che gli sfigati automobilisti criminalizzati dalla legge-CIOFECA Via Sicura!

Le frontiere…

Su mascherine, assembramenti ed eventi si potranno poi prendere misure anche più restrittive. Ma che nessuno si sogni di impedire alla gente di lavorare devastando ulteriormente l’economia e l’occupazione come successo in primavera, oltretutto con provvedimenti esagerati sia nella portata (sono state chiuse anche attività che si potevano benissimo svolgere in sicurezza) che nella durata. Per non parlare poi della delirante iniziativa del governicchio di cancellare elezioni comunali e votazioni “per motivi psicologici”.

Se poi la situazione nei paesi limitrofi dovesse peggiorare, è ovvio che si CHIUDONO LE FRONTIERE. Come pensate che si sia impestato il Canton Ginevra? Ovviamente, per i confini spalancati con la Francia!

Alla faccia della partitocrazia, secondo la quale i frontalieri dovrebbero continuare ad avere libero accesso al Ticino qualsiasi cosa accada. Ma col fischio!

Lorenzo Quadri