Improvvido ritiro dell’iniziativa “Si alla protezione della sfera privata”
Nuovo voltafaccia della partitocrazia che, sulla difesa del segreto bancario dei cittadini svizzeri, ha calato le braghe. E’ infatti stata ritirata l’iniziativa “Sì alla protezione della sfera privata”. L’iniziativa prevedeva l’inserimento del segreto bancario dei residenti nella Costituzione federale. Il motivo della poco onorevole retromarcia è noto. L’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf (rottamatrice della piazza finanziaria svizzera ed in particolare ticinese; colei che ha causato la perdita di oltre 2700 posti di lavoro solo nelle banche di questo sfigatissimo Cantone, ma che alla Pravda di Comano veniva osannata come una dea) aveva pronto il progetto per cancellare anche il segreto bancario degli svizzeri. Per contrastare l’insano proposito dell’ex consigliera federale non eletta, era nata l’iniziativa “Per la protezione della sfera privata”. Da notare che i promotori sono esponenti degli stessi partiti borghesi che, quando la Lega lanciò l’iniziativa per inserire il segreto bancario (in generale) nella Costituzione, non l’appoggiarono dicendo che non era necessaria: il segreto bancario era già sufficientemente tutelato. Si è scoperto ben presto quanto lo fosse…
Adesso vediamo che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Iniziativa inutile?
Tanto per una volta, la maggioranza del Consiglio federale non ha dato spago all’ex ministra del 5%. Sicché ha deciso di congelare il progetto di smantellamento del segreto bancario degli svizzeri. In tempi più recenti, ha annunciato di averlo cestinato definitivamente. Sicché – tesi del Consiglio federale – l’iniziativa per la protezione della sfera privata sarebbe diventata “inutile”. Da qui la pressante richiesta ai promotori di ritirarla. E loro, nei giorni scorsi, hanno deciso di ubbidire.
Cappellata epica
Tutto normale dunque? Per niente. Il ritiro dell’iniziativa costituisce una cappellata di proporzioni epiche. Il segreto bancario degli svizzeri, malgrado le promesse (farlocche) del Consiglio federale, non è affatto al sicuro. Lo è solo temporaneamente. Un domani – magari nemmeno tanto lontano – il governicchio federale potrebbe benissimo decidere di riesumare il progetto di Widmer Puffo. In effetti, perché i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno tanto insistito perché i promotori ritirassero l’iniziativa Per la sfera privata? Se davvero fosse “diventata inutile”, una sua eventuale approvazione in votazione popolare non avrebbe dato fastidio a nessuno. E allora, perché scaldarsi?
Il giochetto
Perché, evidentemente, l’inghippo c’è. Il Consiglio federale ha infatti dichiarato che l’eventuale inserimento del segreto bancario degli svizzeri nella Costituzione federale avrebbe potuto provocare problemi con l’UE. Eccoci al dunque! Evidentemente, a Berna si aspetta che gli eurofalliti, nella loro brama di comandare in casa nostra, partano all’attacco del segreto bancario degli svizzeri: sicché i loro camerieri a Palazzo federale hanno già preparato il terreno per la calata di braghe.
Ecco perché l’iniziativa andava mantenuta. Tanto più che sarebbe passata come una lettera alla Posta. Tutti i sondaggi hanno sempre dato una nettissima maggioranza degli svizzeri come favorevoli al mantenimento del segreto bancario in generale (compreso quello dei clienti esteri delle banche elvetiche); a maggior ragione, dunque, del loro. Per i promotori presentarsi alle urne con l’iniziativa “Per la tutela della sfera privata” sarebbe stato il classico esempio di “vincere facile”. Perché allora ritirarla? Perché il comitato proponente pullula di esponenti PLR e PPD. Quindi della partitocrazia asservita all’UE.
Occasione buttata
Morale: i cittadini – a partire dai quasi 120mila firmatari dell’iniziativa Per la sfera privata – vengono nuovamente presi per i fondelli.
C’era un’occasione d’oro per blindare il segreto bancario degli svizzeri nella Costituzione federale. Questa occasione è stata gettata nel water; e con piena cognizione di causa. Di modo che la privacy finanziaria rimane in pericolo. Perché alle promesse da marinaio del Consiglio federale non ci crede più nessuno: verranno spazzate via (more solito) al primo “cip” in arrivo da Bruxelles.
Lorenzo Quadri