La raccolta firme è in corso da più di un anno. Eppure non ne parla nessuno. Come mai?
Il denaro contante è sempre più sotto attacco. In particolare da parte dei balivi internazionali. La presidenta della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, ad esempio, si è espressa a favore dell’abolizione del contante. Il trend è chiaro. L’utilizzo di monete e banconote viene progressivamente sabotato. Anche dalle ex regie federali. Vedi la Posta, che continua a limitare il traffico di pagamenti a danno dell’utenza. Vedi anche Autopostale che, con scuse del piffero, vuole imporre a chi acquista il biglietto sul veicolo di pagarlo con la carta di credito. Ennesimo schiaffo agli anziani ed ai giovani. Ovvero allo zoccolo duro dell’utenza.
Ultima boiata di un’ex regia federale, e questa volta trattasi di quelle FFS il cui servizio sta sempre più andando a ramengo: un progetto sperimentale “grazie” al quale i nei WC delle stazioni si potrà pagare solo, e ti pareva, con carta di credito. Non più con la classica monetina. E chi la carta di credito non l’ha? Se la fa addosso?
Ci piacerebbe proprio sapere quanto guadagnano i manager che concepiscono queste scempiaggini. Magari ricevono pure dei bonus?
Scelta, non obbligo
La fallita UE si muove dunque nella direzione dell’abbandono del contante. Un motivo in più – anche se ne abbiamo già a bizzeffe – per girarle al largo.
Come dicono gli economisti, nel corso della storia la moneta si è sempre più smaterializzata. Nella notte dei tempi le transazioni avvenivano tramite scambio di merci (baratto), poi con l’oro, poi è arrivata la cartamoneta. Adesso è il turno delle carte di credito e delle criptovalute. Contro le quali non abbiamo nulla, anzi. Però servirsene deve essere una scelta e non un obbligo. Quindi il contante deve rimanere.
L’iniziativa sconosciuta
Proprio per salvare il contante è in corso, già da oltre anno, un’iniziativa popolare federale di cui si è sentito parlare pochissimo. Alle nostre latitudini non se ne è sentito parlare del tutto. Si tratta dell’iniziativa “Il denaro contante è libertà”, lanciata dal “Movimento per la libertà svizzera”. Essa chiede di modificare l’articolo 99 della Costituzione federale con le seguenti aggiunte:
- capoverso 1 bis: La Confederazione assicura che siano disponibili in ogni tempo monete o banconote in quantità sufficiente.
- Capoverso 5: La sostituzione del franco svizzero con un’altra valuta sottostà al voto del popolo e dei Cantoni.
Mettere le mani avanti
L’obiettivo è quindi di garantire che anche in futuro gli svizzeri avranno sempre il diritto – che si vuole iscrivere nella Costituzione federale – di utilizzare il denaro contante. Nel momento attuale potrebbe sembrare un’ovvietà. Tuttavia il futuro non lo conosce nessuno. Le avvisaglie di smantellamento dei pagamenti in contanti ci sono. Ed è quindi opportuno tutelarsi. Del resto le iniziative popolari servono proprio in prospettiva futura. Non necessariamente per rispondere ad un problema immediato. Anche perché dal lancio di un’iniziativa popolare alla sua attuazione passano svariati anni.
Una questione di libertà
Perché l’iniziativa sostiene che il denaro contante “è libertà”? Per vari motivi. Prima di tutto, in quanto esso è utilizzabile sempre e dovunque. Inoltre, perché non dipende da sistemi tecnici ed informatici. Tanto per restare su un tema molto attuale, ovvero la penuria energetica: in un mondo in cui i pagamenti si possono effettuare solo tramite sistemi informatici (carte di credito e criptovalute, le quali tra l’altro consumano parecchia energia) cosa succederebbe in caso di black out prolungato? Elementare Watson: si bloccherebbe tutto. Di recente in un supermercato di Lugano un problema tecnico ha reso impossibile pagare con la carta di credito. Tanti clienti non hanno potuto fare altro che tornare a casa a mani vuote.
Ma anche un attacco informatico potrebbe mandare in tilt i sistemi di pagamento.
Rischio “Grande fratello”
E’ poi evidente che il denaro virtuale ci mette sempre più balia di chi lo gestisce. In primis l’ente pubblico. Da un lato c’è il rischio “Grande Fratello”: lo Stato-guardone può sapere chi ha comprato cosa e quando. Un vero e proprio strumento di sorveglianza delle vite dei cittadini. Dall’altro il controllo statale sulle valute digitali apre le porte ad abusi di potere sul borsello (virtuale) della gente. Fantascienza? Ripetiamo: chi può sapere come sarà il mondo tra 20 anni? Forse che tre anni fa qualcuno immaginava che di lì a poco sarebbe arrivata la pandemia di stramaledetto virus cinese e poi pure la guerra in Europa?
Tanti motivi per firmare
E’ inoltre assodato che i sistemi di pagamento virtuale fanno perdere il controllo sui propri averi e spianano la porta all’indebitamento eccessivo. Che è poi uno dei principali problemi della nostra società. Colpisce soprattutto i giovani, ma non solo. Senza contante, come si pensa di insegnare alle nuove generazioni il corretto rapporto con il denaro?
Ci sono dunque molti buoni motivi per firmare l’iniziativa “Il denaro contante è libertà” con l’obiettivo di garantire che esso non verrà abolito nemmeno in futuro. Il formulario da firmare si può scaricare dal sito www.mlsvizzera.ch. C’è tempo fino a fine gennaio.
Lorenzo Quadri