Incredibile ma vero, adesso anche sull’istituzionalissimo Corriere del Ticino vengono avanzati dei dubbi sulla reale valenza dei bilaterali. Quegli accordi che da anni vengono spacciati come “indispensabili per la Svizzera”; e questo in un’operazione che non è nemmeno più semplice propaganda di regime: è un vero e proprio tentativo di lavaggio del cervello ad opera del Consiglio federale, della partitocrazia, dei “poteri forti”, della stampa di servizio, dell’élite politikamente korretta spalancatrice di frontiere.

E i costi?
Ma da uno studio che il finanziere Tito Tettamanti ha commissionato all’economista Florian Schwab, al quale il Corriere del Ticino nell’edizione di venerdì dedica generosi spazi, emerge qualcosa di ben diverso dal solito mantra con cui veniamo tempestati 24 ore al giorno. Emerge infatti che i bilaterali potrebbero valore 500 Fr all’anno per abitante della Svizzera: quindi una “cialata”. A questa somma vanno ancora dedotti i costi. In particolare quelli infrastrutturali generati dall’immigrazione scriteriata e dall’invasione di frontalieri e padroncini. Non ci vuole molta fantasia ad immaginare che per il nostro sempre meno ridente Cantone il bilancio sia addirittura negativo.

Saldo migratorio
Da notare che perfino in un’indagine commissionata da Economiesuisse (notoria sabotatrice del 9 febbraio) figura nero su bianco che non è possibile stabilire un legame diretto tra crescita del PIL svizzero e accordi bilaterali. Ma come: questo vuol dire che da anni ci raccontano balle grandi come case! Senza dimenticare, aspetto che non viene mai sottolineato abbastanza: quando si trattava di raccontare fregnacce per convincere gli svizzerotti ad “aprirsi all’UE” e a votare la devastante libera circolazione delle persone, si prometteva un saldo migratorio (ossia gente che si trasferisce in Svizzera, meno quella che parte) di 12’500 persone all’anno. Peccato che il saldo migratorio reale sia di 80mila: una circostanza che già da sola basterebbe ampiamente per far scattare clausole di salvaguardia unilaterali. Senza neppure bisogno del “maledetto voto” del 9 febbraio.

Salvare ad ogni costo?
Morale della favola: i Bilaterali sono ben lungi dall’essere indispensabili all’economia svizzera. Semmai, sono la base della politica delle braghe calate nei confronti dell’UE, che da anni viene falsamente spacciata (al pari dei bilaterali) come “ineluttabile” da chi dovrebbe difendere il nostro paese ed invece lo svende.
Per cui, non veniteci più a devastare i “gioielli di famiglia” con gli accorati appello ai “bilaterali da salvare ad ogni costo”, perché non attacca.
Lorenzo Quadri