L’Ufficio prevenzione infortuni fa politichetta di $inistra con i nostri soldi

Prosegue la guerra ideologica delle istituzioni (pagate dal contribuente) contro gli automobilisti! Di recente l’UPI, Ufficio prevenzione infortuni, se ne è uscito a blaterare che il limite di 30 km/h andrebbe generalizzato ovunque nell’abitato. Il che è contrario al quadro legislativo attuale – secondo il quale gli assi di scorrimento del traffico devono rimanere a 50 –  e alla volontà popolare (nel 2001 l’iniziativa che chiedeva di introdurre i 30 all’ora ovunque nell’abitato venne asfaltata dalle urne). Ma indispettisce anche le aziende di trasporto pubblico. Queste ultime hanno già sottolineato che un abbassamento generalizzato del limite di velocità le obbligherebbe ad introdurre più corse per mantenere la tabella oraria: comporterebbe quindi maggiori costi a carico del contribuente e dei passeggeri – leggi: biglietti più cari – e più inquinamento.

Mazzuolare gli automobilisti

I burocrati dell’UPI vanno così ad accodarsi al club delle città ro$$overdi, il cui obiettivo è quello di mazzuolare gli automobilisti e buttare fuori le macchine dai centri urbani; se poi commerci e ristoranti vanno a ramengo, chissenefrega! L’importante è la svolta verde ideologica. Che però, come ha scritto di recente un opinionista tedesco, genera “distruzione e povertà”.

L’UPI naturalmente, per far passare la propria politichetta anti-automobilisti, si avvale del ricatto morale sulla “sicurezza”. Con lo stesso argomento la partitocrazia sempre più franata a $inistra ha rifilato ai cittadini anche il bidone Via Sicura, il quale non porta “sicurezza” bensì la criminalizzazione dei conducenti. Ed in più permette all’italica dottoressa del traffico di farsi gli attributi di platino a spese dei suoi malcapitati “pazienti”.

Aspettiamo al varco

I burocrati ideologizzati dell’UPI continuano a remenarla con la velocità come causa di incidenti, dimenticandosi di altri fattori, ad esempio l’uso del telefonino al volante. Ma è chiaro che, una volta introdotti i 30 all’ora, i grandi scienziati se ne usciranno a dire che con il limite a 20 le strade diventano ancora più sicure; poi si scenderà a  10 e poi a zero! 

Sinceramente ne abbiamo piene le scuffie di un ente pubblico gonfiato come una rana che usa i soldi delle troppe imposte che siamo costretti a pagare per mazzuolarci e rieducarci secondo ideologie di $inistra. 

E’ inoltre chiaro che il limite di 30 all’ora ovunque avrà l’effetto di spostare il traffico dagli assi di transito alle strade di quartiere. Altrettanto ovvio è che l’eventuale nuovo limite di velocità verrebbe utilizzato per piazzare in ogni dove dei radar per fare cassetta.

Davanti a questa ennesima iniziativa politica anti-automobilisti ad opera di burocrati pagati con i nostri soldi, aspettiamo al varco il cosiddetto “centro” PLR-PPD. Si schiererà per l’ennesima volta con i $inistrati?

Sempre più care

In contemporanea con la boutade dell’UPI dei 30 all’ora ovunque nell’abitato, è arrivata un’altra “bella” novità: ossia che, dal prossimo primo gennaio, anche le automobili elettriche saranno assoggettate all’imposta sugli autoveicoli del 4% (che non è l’imposta di circolazione). Già queste vetture sono più care delle altre: sono dunque destinate a diventarlo ancora di più. Dato che, per volontà della casta, a partire dal 2035 potranno venire immatricolate solo auto elettriche, è chiaro che si tratta dell’ennesima mungitura volta a penalizzare la vituperata mobilità individuale. Che però è un diritto dei cittadini. Infatti, non è mica vero che ai climatisti le automobili elettriche stanno bene: loro non vogliono nessun tipo di automobile. Ed infatti quando, a seguito della fallimentare Legge divoratrice di elettricità (LOCli), ci sarà penuria di corrente (i Verdi-anguria si riempiono ipocritamente la bocca con l’energia rinnovabile indigena, poi però sabotano la costruzione degli impianti necessari a produrla) le prime vittime saranno proprio i veicoli elettrici, costretti a restare in garage. Anche perché sono i più facili da colpire: vogliamo vederlo il “Grande Fratello” sognato dai ro$$overdi che va nelle case dei cittadini a controllare i termosifoni e a contare le lampadine e gli elettrodomestici accesi!

In arrivo un’altra mungitura

Ma l’imposta sugli autoveicoli è il “meno della cavagna”. Presto sui proprietari di macchine elettriche si abbatterà anche quella sul “carburante”. La benzina è infatti gravata da pesanti balzelli che in parte servono a finanziare la rete delle strade nazionali, e in parte finiscono nel calderone delle casse generali della Confederella (che può usarli come vuole, ad esempio per regali all’estero o per mantenere finti rifugiati). 

Sulla corrente consumata dai veicoli elettrici questi balzelli non ci sono, e dunque alle casse pubbliche mancano introiti. Di conseguenza a Berna si stanno studiando le modalità per procedere ad una mungitura compensatoria.

L’andazzo è chiaro: prima gli automobilisti vengono incoraggiati con incentivi vari a convertirsi alla mobilità cosiddetta “green”. Poi gli incentivi spariscono e gli automobilisti… infinocchiati!   

Lorenzo Quadri