Dopo anni di letargo, in casa PPD cominciano ad accorgersi di aver votato una ciofeca
Ma guarda un po’, si torna a parlare della ciofeca Via Sicura, ovvero quel conglomerato di norme sciagurate a seguito del quale un eccesso di velocità senza alcuna conseguenza pratica viene sanzionato più duramente di una rapina.
Come scritto più volte, Via Sicura è un esempio da manuale di legislazione fatta con i piedi, sotto il ricatto del moralismo e del populismo di $inistra. Simili toppate si pagano a caro prezzo. E di recente abbiamo pure rischiato di moltiplicare i danni. L’iniziativa “Per imprese (NON: multinazionali) responsabili” e quella sul divieto di finanziare i produttori di materiale bellico in votazione il 29 novembre rientravano infatti nello stesso filone.
Altro che “pochi casi”!
Prima che entrasse in vigore, si garantiva che la ciofeca Via Sicura sarebbe servita a sanzionare con la dovuta severità i “pochi casi estremi” dei cosiddetti “Raser”. Il termine tedesco sta sostanzialmente a designare gli squinternati che organizzano corse in autostrada (si tratta per lo più di giovani stranieri).
La realtà si è presto dimostrata ben diversa dalle fandonie dei politicanti triciclati. Altro che “pochi casi estremi”. Ci piacerebbe sapere quante persone, in Ticino e in Svizzera, hanno già avuto la vita rovinata da Via Sicura. C’è chi, per colpa di questa legge, ha perso il lavoro. Ed in più è stato pure costretto a sborsare paccate di biglietti da mille per insulse perizie e per visite dai medici del traffico. Tra i membri di questa categoria professionale segnaliamo la famosa dottoressa italica, medico del traffico di livello 4, ed il suo collega, sempre in arrivo dal Belpaese, di livello 3, la cui reale specializzazione è la costruzione di genitali farlocchi sui trans. Cosa questa pur rispettabilissima attività abbia a che vedere con la valutazione dell’idoneità alla guida, resta un mistero.
I professionisti
Ma nelle maglie della ciofeca Via Sicura non finiscono solo i “normali” cittadini. Come abbiamo visto a più riprese di recente, ci finiscono anche quei professionisti che devono pigiare sull’acceleratore per motivi di lavoro. Ed il loro è un lavoro che serve a proteggere la popolazione.
E’ il caso dei poliziotti che accorrono sul luogo di un incidente (è successo a Gentilino) o che inseguono dei criminali in fuga (accaduto in Romandia). Questi agenti di polizia hanno subìto condanne penali per aver fatto il proprio dovere. Dopo i poliziotti, sarà il turno dei pompieri e dei conducenti delle ambulanze?
Grazie, triciclo!
Chi ha voluto il bidone Via Sicura? Risposta: lo ha voluto la partitocrazia PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi. A portarlo in parlamento otto anni fa fu l’allora “ministra dei Trasporti” Doris Leuthard (PPD). Ed i soldatini della casta alle Camere federali lo votarono a piene mani. A cominciare, ovviamente, dalla $inistra tassaiola. Per i kompagni, vessare e depredare gli automobilisti è ormai una missione. Altro che difendere i lavoratori; ma quando mai!
Ai ro$$overdi si è servilmente accodato il tandem PLR-PPD. A dimostrazione che il centro si è ormai ridotto a ruota di scorta (tanto per restare in tema) della $inistra.
Il risveglio del sindacato
Adesso, con svariati ANNI di ritardo, anche il sindacato uregiatto OCST – Funzionari di polizia si accorge che Via Sicura “porta ad ingiuste penalizzazioni”, e di conseguenza va corretta (meglio ancora sarebbe buttarla semplicemente all’aria).
Ma buongiorno! Il Mattino queste cose le scrive da anni. Però naturalmente erano tutte balle populiste!
Al sindacato PPD – oggi il partito si chiama Alleanza di centro (che non fa mai centro) – ricordiamo che, come scritto poche righe sopra, Via Sicura è in buona misura imputabile proprio al PPD.
Quindi, che a pretendere di spacciarsi per alfieri anti-Via Sicura (a scopo elettorale) ci siano dei parlamentari uregiatti, che questa ciofeca l’hanno votata giulivi, non ci sta bene per nulla.
Gli unici ad opporsi
Le sole forze politiche ad essersi sempre opposte a Via Sicura, e più in generale alla persecuzione degli automobilisti, sono Lega ed Udc.
La partitocrazia, a partire dal cosiddetto “centro”, è invece da tempo immemore mollemente adagiata sul pensiero unico politikamente korretto che criminalizza chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare.
Cari uregiatti e sindacato annesso: come diceva il grande Totò, “Accà nisciuno è fesso!”. Fa pure rima!
Lorenzo Quadri