Come noto, di recente il Consiglio federale ha aperto la consultazione sullo scambio automatico di informazioni bancarie con gli eurofalliti. Il passo segna la fine del segreto bancario con i paesi in questione. Proprio di quel segreto bancario che meno di 6 anni fa veniva dichiarato dall’allora ministro delle Finanze Merz “non negoziabile”.  Nel frattempo, però, la ministra del 5% viene nominata in Consiglio federale, in violazione dei più elementari principi della democrazia. Il suo partitino, presieduto da uno che di lavoro fa il lobbysta dell’UBS, non ha nemmeno lontanamente i numeri per aspirare ad una cadrega governativa. Widmer Schlumpf entra in Consiglio federale ed è il disastro.

In 6 anni, dunque, viene compiuta la svolta a 180 gradi. Le conseguenze si annunciano deleterie non solo per la piazza finanziaria, ma anche per la sicurezza del diritto in Svizzera. Una sicurezza del diritto che “ciurla nel manico” non può che avere, a sua volta, ripercussioni estremamente negative sull’attrattività del nostro paese per capitali ed imprese estere.

Prossimo passo

Il prossimo passo è già programmato: l’abolizione del segreto bancario anche per gli svizzeri. Al proposito si sta infatti già preparando il terreno nel modo seguente. I cittadini svizzeri dovranno autorizzare “volontariamente” la propria banca a trasmettere le informazioni che li concernono, oggetto dell’accordo sullo scambio automatico con gli eurofalliti, direttamente all’amministrazione federale delle finanze.

 Non c’è bisogno del Mago Otelma per prevedere che le banche, per paura di venire accusate di complicità in eventuale evasione fiscale, faranno in modo di costringere i propri clienti a concedere l’autorizzazione “volontaria”, applicando condizioni sempre più svantaggiose per i renitenti. I quali alla fine si vedranno posti davanti all’alternativa: o autorizzare “volontariamente” o chiudere la relazione bancaria.

Farsi male da soli?

Non c’è, evidentemente, alcun motivo di politica internazionale per smantellare il segreto bancario per i clienti svizzeri delle banche svizzere. I tentativi in questo senso vanno stoppati sul nascere. Del resto si ispirano alla criminalizzazione di chi ha messo via qualcosa: “tutti ladri”, come direbbero i kompagni. Che poi sono i primi ad “ottimizzare fiscalmente”, vedi la parlamentare $ocialista plurimilionaria esentasse Kiener Nellen.

Cancellare il segreto bancario anche per gli svizzeri significa sabotare un valore tipicamente elvetico (un altro): quello della fiducia tra cittadino e Stato. Sabotarlo,  per introdurre il principio del sospetto e della presunzione di colpevolezza, che è tipico dei paesi bancarottieri dell’UE. Il tutto, naturalmente, con la complicità della ministra del 5%, che della $inistra è una marionetta.

Iniziativa da appoggiare

Il 24 settembre 2014 è stata consegnata a Berna, corredata da quasi 120mila firme valide,  l’iniziativa “Per la protezione della sfera privata”. Come dice il nome, essa vuole tutelare la privacy dei cittadini nelle sue varie componenti. Compresa – e ci mancherebbe altro – quella bancaria. L’11 febbraio il Consiglio federale propone di respingere l’iniziativa, adducendo le consuete scuse fregnaccia (del tipo: la privacy è già sufficientemente garantita). L’iniziativa è sostenuta anche dalla Lega. Al proposito, è bene ricordare che nel 2009, grazie alla lungimiranza del Nano, la Lega lanciò un’iniziativa popolare per ancorare il segreto bancario nella Costituzione federale. Gli altri partiti rifiutarono però di sostenerla poiché – dissero – il segreto bancario era già sufficientemente tutelato dalla legge. Abbiamo visto come. Adesso costoro si mordono le mani e tentano di correre ai ripari con la tutela della privacy, chiudendo le porte quando i buoi sono già scappati. Complimenti!

 

Asfaltare Widmer Schlumpf

Sull’iniziativa “per la protezione della sfera privata” occorre dunque votare quanto prima. Un massiccio sostegno popolare, con conseguente iscrizione nella Costituzione del principio richiesto, avrà almeno due effetti benefici:

          stroncare sul nascere le deleterie iniziative della catastrofica ministra del 5% che mirano a distruggere la privacy bancaria dei cittadini svizzeri;

          sbugiardare la Consigliera federale non eletta.

E’ poi evidente che colpire la privacy bancaria del cittadino svizzero è solo il primo passo: l’obiettivo è demolire la privacy tout-court, istituendo il grande fratello.

Lorenzo Quadri