I contrari ai nuovi aerei da combattimento vogliono una Svizzera indifesa e succube
Il 27 settembre, su cinque oggetti in votazione, due sono determinanti per il futuro della Svizzera. Quello sull’iniziativa per la limitazione (dell’immigrazione) e quello sui nuovi aerei “da combattimento”.
A proposito di quest’ultimo tema, vale la pena chiarire subito un aspetto. Anche perché il fronte del No ci sta montando strumentalmente la panna. I velivoli servono anche in tempo di pace a proteggere il nostro spazio aereo. Infatti svolgono compiti di polizia aerea. Quindi, non rimangono negli hangar a fare ragnatele “in attesa” di un eventuale conflitto armato. Ogni giorno si registrano in media 40 casi in cui si rende necessario un intervento di polizia dell’aria: vuoi per inosservanza delle regole del traffico aereo, vuoi per violazione dello spazio aereo, vuoi perché c’è un velivolo in difficoltà che necessita di aiuto, vuoi per i necessari controlli a campione.
Come un’auto senza le ruote
Gli aerei da combattimento non sono un optional. Un esercito senza difesa aerea non è credibile: è come un’automobile senza le ruote. E di alternative non ce ne sono. In particolare, non ci si può affidare unicamente alla difesa da terra. Perché da terra si può solo decidere se sparare ad un velivolo oppure no. Ma tutti i compiti elencati sopra non possono essere svolti. Né si può pensare, per ovvi motivi (velocità, possibilità di salire in altitudine,…) di poter sostituire degli aerei con droni o elicotteri.
Anche la storiella delle guerre “tradizionali” che apparterrebbero al passato, lascia il tempo che trova. A parte il fatto che vari paesi europei si stanno armando (tutti scemi?), forse che qualcuno si sarebbe aspettato, ad inizio dell’anno di disgrazia 2020, che il mondo sarebbe stato messo in ginocchio non già da fantascientifiche falle cibernetiche, bensì da un’epidemia (lo stramaledetto virus cinese) come ai tempi della peste del 1348? Evidentemente le nuove minacce non soppiantano quelle vecchie, ma vi si aggiungono.
Appaltare all’estero?
Il fronte contrario all’acquisto dei nuovi aerei non vuole delle alternative, peraltro inesistenti. Semplicemente, i ro$$overdi colgono ogni occasione per smantellare l’esercito – il loro programma ne prevede l’abolizione – con la tattica del salame: una fetta alla volta. Questo è l’obiettivo dei referendisti. Ed al proposito i cittadini devono essere in chiaro. Un no ai nuovi aerei sarebbe un no all’esercito. Un no all’esercito è un no alla difesa della Svizzera, e quindi alla Svizzera. Già, perché i $inistrati euroturbo immaginano di appaltare la nostra sicurezza ad un qualche paese straniero: alla faccia della nostra indipendenza e neutralità! In questo modo ci renderanno sempre più succubi e sempre più dipendenti dalla fallita UE. Con in vista, ovviamente, l’adesione alla medesima. Perché l’adesione alla DisUnione europea è un altro degli obiettivi “storici” dei referendisti. Ma i cittadini svizzeri si sono sempre espressi a sostegno del nostro esercito di milizia e contro l’entrata nell’UE.
Tagliare sui regali all’UE
Nemmeno sta in piedi l’obiezione che si spenderebbe in aerei a scapito di altri settori. Punto primo: i 6 miliardi destinati all’acquisto dei nuovi velivoli provengono dal budget dell’esercito, e lì resterebbero, anche in caso di njet popolare. Punto secondo: altro che tagliare sulla nostra sicurezza. Se c’è da risparmiare, si taglia sui contributi di coesione (?) all’UE, sui finti rifugiati con lo smartphone, sulle prestazioni sociali a stranieri, sui regali miliardari all’estero. Ed invece i $inistrati che ipocritamente paventano tagli sulla scuola per acquistare i nuovi aerei, volevano aumentare gli aiuti all’estero da 11 a 15 miliardi per il prossimo quadriennio, vogliono che la Svizzera partecipi spontaneamente ai piani di rilancio economico dell’UE, strillano il proprio SI’ allo sconcio accordo quadro istituzionale che renderà ricorrenti anche i contributi di coesione, vogliono fare entrare tutti i finti rifugiati e gli stranieri in assistenza (e nümm a pagum).
Il 27 settembre votiamo Sì alla nostra sicurezza, Sì alla nostra indipendenza e neutralità, Sì al nostro esercito. Asfaltiamo i rottamatori della Svizzera!
#swissexit
Lorenzo Quadri