Il Dipartimento Simonetta ancora contro gli automobilisti. Intanto il kompagno Berset…
Certo che la kompagna Simonetta ed i suoi burocrati-politicanti ro$$overdi non sanno davvero più cosa inventarsi per vessare gli odiati automobilisti, ovvero chi ha bisogno della macchina per andare a lavorare.
D’altronde, come ben sappiamo, a $inistra godono come ricci per l’impennata del costo della benzina. Nemmeno si rendono conto che a finire nella palta sono i redditi bassi. E poi costoro hanno ancora il coraggio di spacciarsi per difensori dei lavoratori e dei consumatori. Ma quando mai! I kompagni sono schierati sistematicamente contro i lavoratori e contro i consumatori!
Perché a non a 30?
L’ultima “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) dei burocrati dell’Ustra (Ufficio federale delle strade; Dipartimento Simonetta) l’abbiamo appresa nei giorni scorsi. Lorsignori vorrebbero introdurre un limite di 60 Km/h in autostrada, “temporaneamente” e su “determinate tratte”, con la scusa che servirebbe a fluidificare il traffico. Certo, come no! E perché non un bel 30 all’ora, così il traffico si “fluidifica” ancora di più?
E noi dovremmo berci simili fregnacce?
Mobbizzare gli automobilisti
La Svizzera ha già i limiti di velocità più severi d’Europa. La prima conseguenza della nuova boiata dell’USTRA, come giustamente sostiene il TCS, sarà che il traffico autostradale – compreso quello a lunga distanza – si riverserà sulle strade cantonali. Dunque nel bel mezzo degli abitati.
Altro che “fluidificare”: la realtà è che si vuole ancora una volta vessare gli automobilisti, allungando i tempi di percorrenza in autostrada e fornendo l’occasione per appioppare multe.
Quanto alla storiella delle limitazioni temporanee e circoscritte a determinate tratte: è ovvio che i 60 Km/h, se applicati, diventeranno sempre meno “temporanei”, mentre le tratte toccate si faranno sempre più indeterminate.
Oltretutto, ma tu guarda i casi della vita, i primi ad applaudire all’ipotesi delle autostrade a 60 all’ora (un domani a 30) sono stati proprio gli hater degli automobilisti. Se la misura, come sostengono i burocrati della kompagna Simonetta, fosse a sostegno dei conducenti, la reazione sarebbe stata assai diversa.
Chiaro che, se una simile cappellata dovesse diventare realtà, una nuova carovana della libertà ci starebbe tutta!
La causa? L’immigrazione
Se le infrastrutture viarie elvetiche scoppiano, la causa è evidente: l’immigrazione scriteriata. Come ha giustamente rilevato il TCS, l’attuale rete autostradale – ma diciamo pure la rete viaria in generale – è stata ideata per una popolazione di 5 milioni di abitanti. Mentre adesso nel nostro Paese vivono quasi 9 milioni di persone: siamo qui in troppi, e gli ingorghi sono una delle tante conseguenze negative!
In Svizzera la popolazione residente è cresciuta del 21% in due decenni. Ciò è avvenuto a causa dell’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia. In nessun’altra nazione a noi vicina c’è stata una simile impennata. E i nostri politichetti immaginavano, e tuttora immaginano, che sia possibile far esplodere il numero di abitanti senza adeguare le infrastrutture, rete viaria compresa?
Da un lato si fanno entrare tutti, perché la partitocrazia (con il cosiddetto “centro” sempre a rimorchio della $inistra) è immigrazionista e multikulti. Dall’altro, di realizzare nuove strade non se ne parla proprio, perché la partitocrazia perseguita gli “automobilisti cattivi” (il tandem PLR-PPD li ha completamente scaricati). Il risultato non poteva che essere un disastro.
In Ticino a rendere impraticabile la rete autostradale provvede poi l’invasione di frontalieri: 75mila al giorno in continuo aumento, che non arrivano in mongolfiera.
La politichetta immigrazionista mainstream, spalleggiata dalla stampa di regime, si è sempre rifiutata di pensare alle conseguenze dell’immigrazione sulle infrastrutture. Peggio: si ostina a negarle strillando al “razzismo”. Perché degli stranieri si può solo parlare bene. “Immigrazione uguale ricchezza”!
Adesso siamo alla resa dei conti. Delle due l’una: o si chiudono le frontiere, o si aumentano le strade.
I voli del kompagno Berset
Intanto, mentre la Simonetta ed i suoi burocrati si inventano sempre nuove chicane per mobbizzare gli automobilisti in nome della politichetta climatista, è notizia di questi giorni che il Consigliere federale $ocialista Alain Berset è stato costretto ad atterrare dalla polizia aerea francese mentre, a bordo di un monomotore a noleggio pilotato da lui medesimo, sorvolava una “no fly zone” sopra la base militare di Avord.
Berset stava volando “per diporto”: in altre parole, andava a spasso in aereo.
Per inciso: a giustificazione sella sua presenza in uno spazio aereo vietato, il ministro P$ avrebbe addotto un “errore di interpretazione della segnaletica”. Chissà se anche noi tapini automobilisti possiamo passare col rosso e poi cavarcela invocando “errori di interpretazione”?
Coerenza $ocialista
Si potrebbe sostenere che i voli di piacere compiuti da Alain Berset durante il tempo libero sono una questione privata. In effetti lo sono. Peccato però che proprio i kompagni della $ua area politica, con il mantra del “clima da salvare”, demonizzino in ogni modo gli aerei. Addirittura vorrebbero imporre ai privati cittadini un numero massimo di voli annuali. E sognano di trasformare gli aeroporti (vedi Lugano-Agno) in campi di patate.
Di più: i rossoverdi nemmeno vogliono farci usare l’automobile per andare al lavoro, ed esultano per i prezzi della benzina alle stelle.
Ciononostante il kompagno Berset se ne va in giro a svolazzare per diporto.
Quanto CO2 emette il ministro $ocialista con i suoi voli di piacere? I suoi kompagni ro$$overdi non hanno nulla da dire al proposito? E poi i politicanti del P$ hanno ancora la lamiera di infierire sui comuni automobilisti criminalizzandoli come spregevoli inquinatori e distruttori del pianeta?
Eccola qua, la coerenza della $inistra eco-isterica. Sacrifici solo per gli altri!
Ma come: il motto del P$ non era “per tutti, senza privilegi”?
Lorenzo Quadri