Mozione Quadri al Consiglio federale: se si vuole la pluralità nell’informazione…

Impiegare una parte del canone radioTV per finanziare la stampa scritta. Questa proposta è stata presentata tramite mozione dal deputato leghista Lorenzo Quadri durante la sessione estiva delle Camere federali, conclusasi la scorsa settimana. In base a quali riflessioni?

“La carta stampata si trova notoriamente in difficoltà, in tutte le regioni linguistiche della Svizzera –commenta Quadri -. In Ticino è eloquente il  fallimento del Giornale del Popolo. In occasione della recente votazione sull’iniziativa No Billag si è molto parlato della pluralità d’informazione, questo per sostenere la SSR. Ma la discussione manca il bersaglio. La pluralità dell’informazione in Svizzera è infatti a rischio anche a causa della SSR. Mentre infatti  la monopolista SSR continua a beneficiare del canone, de facto trasformato in imposta, ed alle emittenti private vengono riconosciute le briciole per creare il necessario consenso attorno al canone,  la stampa cartacea rimane abbandonata a sé stessa. Ed esposta, su un mercato pubblicitario sempre più ristretto, alla concorrenza sleale praticata dalla stessa SSR, che incassa il canone”.

Non c’è una contraddizione tra sostenere il No Billag e proporre ora una forma diversa di distribuzione del canone?

La popolazione svizzera ha deciso, a larga maggioranza, a favore del canone radioTV. Uno degli argomenti principali dei sostenitori del canone era la pluralità dell’informazione. Se si vuole la pluralità dell’informazione, allora occorre aiutare la stampa cartacea.

Ma la sua proposta prevede un aumento del canone per assegnarne poi una parte ai giornali?
No. Il canone non va in nessun caso aumentato. Va anzi diminuito. Sono sempre stato a favore del canone a 200 Fr. Non ho cambiato posizione. E’ dal canone attuale, o da un futuro canone più basso, che si ricaverebbero gli aiuti alla stampa cartacea ipotizzati nella mia mozione. La SSR  dispone di troppe risorse. Queste vengono in parte sprecate in trasmissioni che non sono di servizio pubblico, mentre l’informazione proposta in varie occasioni non adempie ai requisiti del  servizio pubblico. Parzialità e propaganda di regime sono all’ordine del giorno. Le promesse di cambiamento fatte prima della votazione sul No Billag sono state disattese in toto: evidentemente erano solo degli specchietti per le allodole per ingannare i votanti. La pluralità dell’informazione, auspicata dalla grande maggioranza della popolazione svizzera, non si ottiene foraggiando ad oltranza l’emittente di regime, ma distribuendo le risorse a disposizione in modo più equo, tenendo conto anche del ruolo determinante e qualitativo della stampa scritta. La cui sopravvivenza come noto è a rischio.

Quale stampa scritta dovrebbe beneficiare di una quota parte del canone? Anche quella politicamente schierata?
Se si vuole promuovere la pluralità, sì. Compresa quella schierata contro l’establishment. Non si tratta di aiutare gli amichetti compiacenti.

L’ATS, Agenzia telegrafica svizzera, potrebbe rientrare nel concetto da lei proposto?

Sì, eventualmente anche i portali online. Penso che occorra ragionare in termini di panorama mediatico. E’ ancora sensato pagare il canone più caro d’Europa soloper finanziare un’emittente di monopolio, schierata e sovradimensionata, che invece di fornire un’informazione oggettiva si è autoconferita la missione di ammaestrare il popolazzo al pensiero unico? Questa non è “pluralità”, ma proprio il contrario.

Come valuta le chance di accettazione della sua proposta?

Scarse, ovviamente. Il Consiglio degli Stati, inoltre, ha di recente bocciato una proposta analoga. Ma la politica deve occuparsi anche della moria di pubblicazioni cartacee. E possibilmente cercare di porvi rimedio. Poi, sono consapevole che per fare quanto suggerisco occorrerebbe una modifica costituzionale e quindi una votazione popolare. Ma il tema va lanciato. Anche per verificare quali sono le posizioni delle varie forze politiche al proposito. Interessa davvero la pluralità dell’informazione in Svizzera? Oppure i soldatini della SSR l’hanno semplicemente utilizzata come pretesto?

MDD