GonfiaRSI: naturalmente dai presunti “tagli” saranno esentati i protetti ed i dirigenti

Ohibò, ecco che alla RSI scoppia un nuovo tormentone. A quanto pare si dovranno tagliare 12 posti di lavoro e naturalmente c’è già chi monta la panna e paventa licenziamenti. Con un obiettivo chiaro: spillare soldi ai cittadini, quelli che già pagano il canone radioTV più caro d’Europa. Con 1100 dipendenti risulta assai poco credibile che non si possano gestire 12 “esuberi” con le normali fluttuazioni.

Va da sé che i vari “patrocinati politicamente” non verranno toccati dalle misure di risparmio. E nemmeno gli stipendi dei megadirettori e della pletora di capi, capetti e sottocapi dalle funzioni misteriose. L’emittente di regime si è gonfiata come una rana, tanto i soldi entrano “in automatico” grazie al canone, e dunque perché preoccuparsi? Pensiamo a piazzare i familiari degli esponenti della casta…

A Berna i ro$$overdi…

Non è certo un caso se proprio in questo periodo a Berna i $inistrati stanno chiedendo più soldi pubblici per la SSR. La scusa è sempre la stessa: la diminuzione della pubblicità. Ah, ecco. E tutti i media che non sono autorizzati ad attaccarsi alla mammella statale? Possono chiudere i battenti, ovvio. Specie se non propagandano il pensiero unico multikulti, spalancatore di frontiere, sovranofobo, eco-isterico ed islamofilo.

I soldatini dall’establishment, già ai tempi della “criminale” iniziativa No Billag, si sciacquavano la bocca con la pluralità dell’informazione. Ben presto si è capito cosa intendono costoro per “pluralità”: sempre più soldi pubblici alla monopolista SSR, e degli altri chissenefrega.

Che in quel di Berna ad accattonare per conto dell’emittente di regime siano i kompagnuzzi, non è certo una sorpresa: la SSR è il loro organo di propaganda politica.

Ora, pare che – sorpresa! – con il canone più caro d’Europa si raccolgano più soldi di quanto previsto. Tuttavia alla RadioTV statale  era stato imposto – sempre nell’ambito della votazione sul No Billag – di non incassare più di 1.2 miliardi (neanche fossero pochi!). Se col canone si raccolgono più soldi, l’eccedenza va restituita ai cittadini (tramite riduzione della gabella). Ed è proprio questa evenienza che i tassaioli gauche-caviar vogliono ad ogni costo scongiurare: non sia mai che si lasci qualche franchetto in tasca in più ai cittadini! E’ un crimine vergognoso! Pensiamole tutte per dare più soldi alla propaganda di regime della SSR! Ma questi $inistrati un minimo di decenza non l’hanno proprio?

Intanto stiamo ancora aspettando che i gabellieri della Serafe ed i burocrati dell’Ufcom restituiscano ai cittadini i 600 milioni di Fr riscossi in esubero nell’anno di disgrazia 2019, tramite il trucchetto della fatturazione scaglionata.

Nel mondo reale

Intanto al di fuori di Comano i licenziamenti sono all’ordine del giorno. Sulla piazza finanziaria ticinese sono spariti almeno 3000 posti di lavoro in pochi anni, e la partitocrazia non è di certo salita sulle barricate. La nuova conduzione UBS potrebbe essere foriera di ulteriori sciagure su questo fronte, ma naturalmente ciò non interessa a nessuno. Men che meno a Comano, dove addirittura i giornalisti rossi (quelli che mai perderanno il posto) godono per le disgrazie della piazza finanziaria e di chi ci lavora.

Lorenzo Quadri