L’estrema $inistra, pur di farsi campagna elettorale, strumentalizza anche i morti

Con i consueti toni esagitati, i compagni del MPS se la prendono con lo scritto che il Consiglio dell’Ente LIS (Lugano Istituti Sociali) – ovvero l’Ente autonomo che gestisce le case anziani di proprietà della città di Lugano – ha invitato ai curanti, richiamandoli energicamente alla necessità di vaccinarsi contro lo stramaledetto virus cinese.

La fregola di visibilità mediatica del MPS è evidentemente andata fuori controllo. L’estrema sinistra dimostra di avere le idee assai confuse, sostenendo tutto ed il contrario di tutto pur di mettersi in mostra e fare cagnara.

L’esperienza insegna

Risulta infatti che il MPS sia una delle forze politiche che si scagliano con veemenza contro quelle strutture per anziani che hanno purtroppo registrato un numero eccessivo di contagi e di morti, ad esempio a Bellinzona, pretendendo interventi del Ministero pubblico. E’ evidente che gli ospiti di una casa anziani si possono infettare solo in due modi: o tramite le visite dei parenti, o tramite i contatti con curanti.

L’esperienza della prima come pure della seconda ondata pandemica ha dimostrato che, pur rispettando scrupolosamente le misure di protezione, il rischio di contagio di un ospite da parte di un curante non può essere del tutto escluso. Proprio i curanti hanno vissuto in prima persona i disastri fatti nelle residenze per anziani dal covid, pagandone anche il prezzo in termini di stress emotivo e professionale. Il Consiglio dell’Ente LIS (presieduto dal sottoscritto) ne è consapevole e riconoscente, ed ha infatti disposto una gratifica ad hoc. In considerazione dell’esperienza, anche traumatica, vissuta dai curanti, ha sorpreso in negativo la scarsa propensione a farsi vaccinare (a livello cantonale, solo il 60% ha detto sì). E al proposito occorre essere chiari: l’unica via d’uscita dalla pandemia è il vaccino.

Prospettiva completamente cambiata

Quando la vaccinazione non era possibile, se in una residenza per anziani un curante contagiava un ospite malgrado il rispetto delle misure di sicurezza, nessuno poteva essere criminalizzato né doveva sentirsi colpevole. L’arrivo del vaccino per i collaboratori degli istituti ha cambiato radicalmente la prospettiva. Gli ospiti delle case per anziani sono sì stati vaccinati in gran parte. Non tutti possono però esserlo per controindicazioni mediche. Inoltre, a seguito del flop della campagna vaccinale in Svizzera (fallimento di cui “qualcuno”, leggi il ministro $ocialista Berset, si dovrà assumere la responsabilità, anche politica) non tutti i nuovi residenti che arrivano in casa anziani hanno ricevuto la vaccinazione.

In particolare in questi mesi in cui solo una percentuale irrisoria della popolazione svizzera ha potuto accedere all’immunizzazione (in altri Paesi la situazione è molto diversa), la vaccinazione del personale curante è una misura indispensabile per proteggere della salute degli ospiti delle case anziani.

Sarebbe interessante sapere come si comporterebbero i compagni del MPS se un loro congiunto venisse contagiato, magari con esito fatale (degli ospiti di case anziani che vengono infettati dal coronavirus, il 15-20% ne muore) da un curante che non si è voluto vaccinare. Interrogazioni al Consiglio di Stato? Lettere ai media? Segnalazioni al Ministero pubblico? Tutte le tre cose assieme?  E adesso invece, pur di venire citati sui media, i citati compagni presentano le interrogazioni perché l’ente LIS (che è il più grosso gestore di posti letto per anziani a livello cantonale) fa appello al proprio personale curante affinché si vaccini? Tutto e il contrario di tutto, come al solito!

Conseguenze

La priorità dell’Ente LIS è la salute degli anziani e questa priorità passa oggi, inesorabilmente, anche per la vaccinazione dei curanti contro il covid. Insistere su questo punto non è un’opzione: è un dovere.

Non si può certo fingere di non vedere che il tema del contagio di un ospite da parte di un curante non vaccinato comporta conseguenze etiche, ma potenzialmente anche giuridiche. Nel Veneto un caso di focolaio provocato in una struttura sanitaria da infermieri che non si sono voluti vaccinare è già oggetto di indagini della Magistratura. Altro paese, certo; ma il problema è lo stesso.

Visto poi che i compagni del MPS sono per lo più sindacalisti. Come la mettiamo con il personale che si è vaccinato e che deve subire i disagi provocati dalle assenze di chi non l’ha voluto fare e si è ammalato? E’ normale, secondo questi sindacalisti, che chi, responsabilmente, ha scelto di immunizzarsi debba addirittura essere svantaggiato?

Non si illudano…

Per quel che riguarda la mia posizione personale: non è certo un mistero, avendola espressa pubblicamente sui media. Ritengo che il Cantone, almeno per quest’anno, dovrebbe decretare un obbligo di vaccinazione per i curanti delle case anziani. Analogamente a quello che esiste per gli infermieri che lavorano nei reparti ospedalieri dove sono ricoverati bambini immunodepressi, che sono obbligati a vaccinarsi contro malattie potenzialmente letali per i giovani pazienti, come il morbillo.

Il MPS ha, ovviamente, tutto il diritto di considerare la libertà di scelta dei curanti sulla vaccinazione contro il coronavirus più importante della vita degli anziani. Poi però non si illuda di essere credibile quando strumentalizza anche i morti per farsi campagna elettorale.

Lorenzo Quadri