E’ scandaloso che un “over 80” debba chiamare TRECENTO volte per prendere la linea!
Nella “gestione” (se così si può chiamare) della pandemia da stramaledetto virus cinese, il governicchio federale e quello cantonale hanno infilato una sterminata serie di cappellate, che prosegue ormai da marzo 2020.
Per elencarle tutte non basterebbe un giornale intero. Limitiamoci all’ultima.
Altro che prossimità!
In Ticino, checché se ne dica, l’organizzazione delle vaccinazioni degli anziani che vivono al proprio domicilio è clamorosamente toppata. Gli over 85, i primi in lista in quanto categoria più a rischio, si sono visti costretti a prendere appuntamenti tramite hotline per recarsi al centro della Protezione civile di Rivera.
Non si capisce per quale motivo il Cantone non abbia voluto coinvolgere già in questa fase i Comuni e chi fa il tanto decantato (solo a parole) “lavoro di prossimità”.
E’ evidente che le case per anziani e/o i servizi di cure a domicilio, che sono presenti in modo capillare sul territorio, avrebbero potuto benissimo somministrare il vaccino agli anziani che vivono nella zona.
Come ci arriva a Rivera l’ultra 85enne che sta in Valle di Muggio – o anche a Lugano – se non ha nessuno che ce lo porta? Se poi pensiamo che qualche Comune ha pensato “bene” di organizzare dei pulmini, col rischio che gli anziani si contagino durante la trasferta per ricevere il vaccino…
Che poi una volta giunti a Rivera le cose, a quante pare, funzionino, ci fa piacere. Ma appunto: bisogna riuscire 1) a fissare l’appuntamento e 2) ad arrivarci.
Tagliati fuori i più fragili
Come da copione, l’hotline cantonale per prendere gli appuntamenti si è trasformata subito da servizio in disservizio. Non ci voleva il Mago Otelma per prevedere che sarebbe andata così. Era ovvio – anche in considerazione del terrorismo di regime che viene fatto tutti i giorni, tutto il giorno, sullo stramaledetto virus cinese – che il numero verde sarebbe stato preso d’assalto. Ed infatti, tanto per citare una metafora cara al medico cantonale, era più facile trovare Miss Universo al Rabadan che riuscire a prendere la linea.
Stiamo parlando di persone che hanno più di 85 anni; magari anche più di 90. Non di neo-pensionati. Alcuni non sono più nel pieno della lucidità. Magari hanno anche problemi ad usare il telefono. Da queste persone si pretende che chiamino decine e decine di volte (!) prima di riuscire a fissare un appuntamento a Rivera (!), che per chi ha limitazioni di mobilità è come dire sulla Luna? Quanti over-85 hanno ancora la patente?
E’ manifesto che, con simili modalità, si escludono proprio gli anziani più fragili. E quindi più bisognosi.
Errare è umano, perseverare…
Avendo vistosamente toppato con gli over 85, era lecito aspettarsidei correttivi tempestivi con l’apertura del vaccino agli over 80. Campa cavallo. Ieri alla RSI si è sentito del caso di un anziano che ha dovuto chiamare circa 300 (TRECENTO!) volte l’hotline prima di riuscire a fissare un appuntamento per sé e per la moglie. Non è certo un caso isolato. Tutti conosciamo anziani che da giorni tentano di parlare con un operatore senza riuscirci. Indecoroso. Stiamo parlando della distribuzione di un vaccino potenzialmente salvavita; non di ricchi premi e cotillons.
E tutto quello che i burocrati cantonali responsabili del FLOPsanno dire è che “bisogna avere pazienza”. Non una parola di scuse. Oltretutto, aggiungendo che nemmeno ci saranno vaccini per tutti!
Cosa, cosa? E’ il colmo: prima si è raccomandato agli anziani di non chiamare tutti subito, e poi si dice che, se non si affrettano,non ci saranno più dosi a disposizione? Ma siamo in Svizzera o nel Burundi?
E intanto, grazie alle frontiere sempre SPALANCATE, la variante inglese avanza?
Organizzare diversamente
Poiché la corsa all’hotline era ampiamente prevedibile, è evidente che occorreva:
1) disporre di un numero ben superiore di centralinisti (quanti dipendenti cantonali, a seguito delle deleterie serrate ordinate dal kompagno Berset, sono a casa a guardarsi le serie su Netflix a stipendio pieno?); e
2) dare un’organizzazione diversa. Indicare dei criteri per indirizzare le chiamate. Chessò, il giorno X si annunciano gli anziani del Luganese, quello Y gli anziani del Mendrisiotto. Dalle 8 alle 10 chiamano gli over 82, dalle 10 alle 12 quelli tra gli 80 e gli 82. E così via.
Fare ordine per limitare il caos era senz’altro possibile. Pretendere da un anziano TRECENTO chiamate prima di riuscire a fissare un appuntamento è scandaloso. Non ci sono scuse. In Israele nei giorni scorsi era già stato vaccinato l’80% (!) degli ultraottantenni, ed il 23% della popolazione totale.
Che la competenza di gestire le vaccinazioni passi quanto prima ai Comuni. Peggio del Cantone non potranno fare.