Bernesi Achtung! Altro che riaprire in attesa della valutazione del periodo di prova

 

Ma cosa cavolo stanno combinando i bernesi sulla chiusura notturna dei tre valichi secondari di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga?

Si ricorderà che, dando seguito alla mozione della deputata leghista Roberta Pantani, la Confederazione, ovvero entrambe le Camere federali con l’accordo – incredibile ma vero – anche del governo, stabilì la chiusura notturna (dalle 23 alle 5) dei valichi secondari con il Belpaese. Questo per motivi di sicurezza.

Da notare che il parlamento ha deciso: chiusura notturna dei valichi secondari (tutti). Non: chiusura in prova di tre valichi per sei mesi, dopodiché li riapriamo e decidiamo cosa fare!

La chiusura in prova, che in quanto tale viola la volontà del Parlamento, è iniziata lo scorso primo aprile. Alla sua entrata in vigore, peraltro ampiamente annunciata, i politicanti italici in fregola di visibilità si sono messi immediatamente a starnazzare contro gli “svizzeri razzisti”. Il governo di Roma ha addirittura convocato d’urgenza (uhhh, cha pagüüüraaa!) l’ambasciatore di Svizzera. E naturalmente il Belpaese ha colto al volo la scusa per bloccare per l’ennesima volta la conclusione dei famosi accordi sulla fiscalità dei frontalieri.

Decisione inspiegabile

Una volta attuata la chiusura notturna, il polverone italico si è ben presto acquietato. I sindaci dei comuni ticinesi della fascia di confine si sono detti soddisfatti. Il sentimento di sicurezza dei ticinesi toccati dalla misura è aumentato. Eppure inspiegabilmente il Consiglio federale in questi giorni, allo scadere dei sei mesi di prova, ha deciso di riaprire le dogane in attesa del rapporto sulla misura, che dovrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane. Tutto questo senza nemmeno avvisare il Consiglio di Stato. Ed  infatti il direttore del DI Norman Gobbi se n’è lamentato pubblicamente. A giusta ragione.

Puzza di bruciato

Questo agire da parte di Berna non sta né in cielo né in terra! Che senso ha revocare la chiusura notturna in attesa della valutazione della misura per poi tornare ad applicarla di nuovo nel giro di un paio di settimane? Qui c’è puzza di bruciato, e tanta. Non vorremmo che i camerieri bernesi dell’UE avessero già deciso di fare fessi i ticinesi. E che, una volta riaperti i valichi anche di notte, poi andranno semplicemente alla ricerca di scuse per non chiuderli più. Il tutto, va da sé, con l’obiettivo di calare le braghe davanti al Belpaese!

Nell’UE…

La presa per i fondelli appare tanto più monumentale se si pensa che, proprio negli stessi giorni in cui è stata resa pubblica, si appreso che Bruxelles ha prolungato per l’ennesima volta a quattro Stati UE – Germania, Austria, Danimarca e Svezia – l’autorizzazione ad effettuare dei controlli sistematici sul confine. La stessa UE si rende quindi perfettamente conto che la politica delle frontiere spalancate è un bidone clamoroso. Gli accordi di Schengen continuano a perdere pezzi. Eppure constatiamo basiti che la Svizzera, in totale controtendenza e alla faccia di ogni buonsenso,  riapre anche i tre valichi secondari chiusi di notte. Senza che ci sia alcun bisogno di compiere questo passo. Un passo che del resto nessuno ha chiesto!

Reintrodurre i controlli.

Come giustamente ha dichiarato Norman Gobbi, se Berna riapre di notte le frontiere, allora bisogna reintrodurre i controlli in dogana. Tanto più che al confine di Chiasso stanno tornando ad ammassarsi i finti rifugiati magrebini, parecchi dei quali darebbero anche segni di radicalizzazione. Riaprire le dogane di notte “come se niente fudesse”, e oltretutto senza nemmeno avvisare il Ticino, significa prendere per i fondelli il nostro Cantone che si  è schierato compatto a sostegno della chiusura.

Ribadiamo: la chiusura notturna va estesa a tutti i valichi secondari e confermata in via definitiva. Fare meno di così non  è accettabile!

Lorenzo Quadri