Non si retrocede di un millimetro: le sbruffonate italiane? Solo fumogeni elettorali

 

Oltreramina sono entrati in campagna elettorale e si vede! Ed infatti la chiusura notturna sperimentale di tre valichi secondari – Pedrinate, Ponte Cremenaga, Novazzano-Marcetto – ha suscitato un vero psicodramma nel Belpaese, con proteste, al limite del surreale, da parte di politicanti di ogni ordine e grado e di varia appartenenza partitica.

Lodevole eccezione la Lega Nord la quale ha dichiarato che “la Svizzera fa bene a difendere i propri confini”. Una posizione ovvia da parte leghista, ma non scontata dato il contesto. Tanto di cappello.

Promemoria

I vicini a Sud pretendono che il Ticino sia terra di conquista. Anzi, lo considerano già una colonia. E’ evidente che il loro rumoreggiare non deve farci retrocedere di un millimetro.

Bisogna infatti ricordare che:

  • Questi signori del Belpaese possono starnazzare finché vogliono, ma non hanno voce in capitolo su questioni che concernono solo la nostra sovranità.
  • Anche il Canton Ginevra ha chiuso di notte tre valichi con la Francia, ma nessuno ha fatto cip.
  • Prima dell’entrata in vigore dei fallimentari accordi di Schengen le dogane venivano chiuse eccome, e stiamo parlando del 2009 non di tremila anni fa.
  • Tre valichi secondari saranno anche chiusi di notte, ma a poca distanza ce ne sono altri che restano aperti.
  • Gli isterismi italici sono la dimostrazione che la deleteria libera circolazione è esclusivamente a senso unico. Altrimenti teoricamente anche i ticinesi potrebbero avere qualcosa da dire per la chiusura. Invece…
  • Detto in altre parole, il punto precedente dimostra che l’Italia si approfitta della Svizzera.

Stanno in piedi grazie al Ticino

Oltretutto, siamo anche stufi di sentire, da parte di sindaci della fascia italiana di confine, la scempiaggine dei frontalieri che sarebbero il motore dell’economia ticinese. Questa fregnaccia, cari signori, potete raccontarvela tra voi per reggervi la coda a vicenda. Ma abbiate almeno il buon senso di non venire a raccontarla a noi. L’economia ticinese non ha assolutamente bisogno di 65mila frontalieri (più svariate migliaia di padroncini), di cui 40mila nel settore terziario. I frontalieri, cari signori sindaci, sono semmai il motore dell’economia dei vostri comuni, che stanno in piedi grazie ai ristorni delle imposte alla fonte che il Ticino regolarmente vi versa.

Uhhhh, che pagüüüraaaa!

Il premio per le esternazioni più stolte lo vince tale signora Maria Chiara Gadda, deputata PD di Varese, alla quale non deve essere sembrato vero di raggiungere il famoso “quarto d’ora di celebrità”. Sicché ecco la signora che alla camera dei deputati straparla di “discriminazioni” (ma non vi annoiate mai a raccontare sempre le stesse scempiaggini?) e si permette addirittura di contestare il voto popolare sull’iniziativa Prima i nostri. Per poi arrivare a chiedere, con il massimo del pathos, al governo italiano di riconsiderare (?) i rapporti con la Svizzera. Uhhh, che pagüüüüraaaaa!

No, fateci capire: centinaia di migliaia di italiani della fascia di confine (frontalieri, padroncini e le loro famiglie) hanno la pagnotta sul tavolo solo grazie al Ticino e questi politichetti pretendono nientemeno che l’Italia sanzioni la Svizzera per decisioni che rientrano nella sua sovranità? Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. Se la Svizzera non fosse governata da calabraghe compulsivi, avrebbe già sbarrato le dogane con il Belpaese. Tanto per illuminare i “grandi statisti”  di cui sopra sul reale significato di “frontiere chiuse”.

Rapporti: come rivederli

Se però si tratta di rivedere i rapporti tra Svizzera ed Italia, siamo di certo disposti ad entrare nel merito. Ecco al proposito alcune proposte:

– blocco totale dei ristorni dei frontalieri;
– controlli sistematici alle frontiere come prima dei fallimentari accordi di Schengen;
– barriere anticlandestini sui confini con il Belpaese (altro che “bisogna a aiutare l’Italia” come ama ripetere la ministra del “devono entrare tutti” Simonetta Sommaruga);
– ritorno immediato alla preferenza indigena;
– nessun nuovo permesso G né rinnovo dei permessi G di persone che lavorano nel terziario, sostituendosi ai residenti;
Poi vedremo come gli elettori frontalieri del PD, di cui la kompagnuzza Gadda vorrebbe accaparrarsi i voti, saranno contenti delle sue prestazioni parlamentari.

Non basta

Su una cosa diamo comunque ragione ai rappresentati istituzionali del Belpaese in fregola di visibilità. Non basta chiudere tre dogane secondarie di notte per garantire la sicurezza del Ticino.  Vero. Infatti bisognerà chiudere un numero assai superiore di frontiere, e chiuderle anche di giorno. Così almeno i vicini a sud strilleranno per qualcosa.

A proposito: e che nessun cameriere bernese dell’UE si sogni di dare retta alle scempiaggini dell’italica sinistruccia.

Bloccare i ristorni

Che poi  a Roma il ministero degli Esteri si sia permesso di convocare – addirittura d’urgenza: uella! – l’ambasciatore svizzero per formulare ricatti non solo a proposito dei valichi ma anche sul casellario giudiziale, è semplicemente scandaloso. E chiaro che la Svizzera deve reagire. Ed è pacifico che, in occasione della sessione speciale del Consiglio nazionale (primi giorni di maggio) chi scrive presenterà una mozione in cui si chiederà  che vengano adottate contromisure nei confronti del Belpaese.

Va bene che in Italia è cominciata la campagna elettorale; va bene che bisogna distogliere l’attenzione dalla sterminata lista dei problemi interni della Penisola; ma qui si sta davvero passando il segno. E noi non siamo più disposti a farci prendere per i fondelli dai vicini a sud. Men che meno a farci trattare da delinquenti da chi campa grazie a noi.

Quanto al Consiglio di Stato, decida immediatamente il blocco dei ristorni. Perché, se non lo fa adesso, quando?

Lorenzo Quadri