E chi è questa Ravetto che viene a dirci che in Ticino non esiste la disoccupazione?

 

Incredibile ma vero, Oltreramina c’è chi ancora monta la panna sulla famosa chiusura notturna dei tre valichi secondari.

E’ il caso di tale Laura Ravetto, politicante forzitalica in cerca di visibilità,  che nei giorni scorsi, prima di un incontro tra il comitato bicamerale Schengen (uella!) da lei presieduto e l’ambasciatore di Svizzera Giancarlo Kessler, ha pensato bene di strombazzare sulla stampa del Belpaese che “avrebbe chiesto spiegazioni all’ambasciatore svizzero” a proposito della chiusura dei tre valichi. Uhhh, che pagüüüraaaa!  Dove non è arrivata neppure la “mitica” Lara Comi, guarda caso sua collega di partito, ora arriva costei.

Che, guarda caso, ha pure pensato di dare maggior pathos alle proprie sciocchezze  tirando fuori la solita storiella delle discriminazioni anti-italiane (ritornello vincente non si cambia) e completando il tutto con la seguente boiata: in Ticino “non ci sono neanche problemi di vera disoccupazione. Tant’è vero che oltreconfine il flusso dei lavoratori italiani è considerato indispensabile”. O Ravetto, ma ci sei o ci fai? E’ davvero inaudito che una persona che si occupa di politiche transfrontaliere – e i parlamentari della Penisola sono professionisti! – sia così crassamente ignorante della situazione ticinese.  Ma questa signora sa dov’è il Ticino? Ci è già stata? Lo ha visto solo in cartolina?

I consensi facili

Citiamo solo un dato facile-facile, che dovrebbe essere comprensibile anche a questa deputata. Nel terzo trimestre del 2016 il tasso di disoccupazione ILO (non quello taroccato della SECO) del Ticino era del 6.9%. Quello della Lombardia, invece, del 6.7%. Altro che “disoccupazione inesistente”. E il “flusso dei lavoratori italiani” è considerato “indispensabile” solo dai frontalieri stessi, dai loro rappresentanti (tra cui alcuni sfigati che lanciano petizioni fasciste contro il Mattino chiedendone la chiusura (!) al Consiglio federale, probabilmente senza nemmeno sapere cos’è il Consiglio federale) e dai politicanti d’oltreramina alla frenetica caccia dei voti di tale elettorato.

Se infatti vogliamo parlare della ricerca di facili consensi elettorali, è chiaro che i primi a praticarla sono proprio questa signora Ravetto e compagnia cantante. Costoro, ergendosi a sedicenti paladini dei frontalieri, li tirano in ballo a sproposito (la chiusura notturna dei valichi non c’entra con i frontalieri), puntando sulla scempiaggine degli “svizzeri razzisti nei confronti degli italiani” per contrastare una misura perfettamente legittima ed annunciata e per apparire in TV e sui giornali. Questo tanto per chiarire chi avvelena i rapporti tra Svizzera ed Italia.

E’ bene però che i cittadini italiani che vivono, lavorano e votano in Italia, sappiano che certi loro rappresentanti stanno, per il proprio tornaconto elettorale, difendendo ad oltranza la casta fiscalmente privilegiata dei frontalieri. Infatti bloccano il nuovo accordo sull’imposizione dei frontalieri. Il prezzo dei privilegi fiscali ai frontalieri lo pagano gli altri cittadini italiani. A questi ultimi va bene così?

Difesa leghista

Intanto, a dimostrazione della necessità  di chiudere di notte tutti i valichi secondari, e non solo tre, nei giorni scorsi è stata arrestata in Ticino una banda di scassinatori rumeni (che entrava nel nostro Cantone dall’Italia).  La notizia ha dato spunto ad un consigliere regionale varesino della Lega, Emanuele Monti, per difendere il provvedimento elvetico, spiegando che si tratta di una legittima misura di sicurezza e che anche l’Italia farebbe bene a difendere il proprio territorio dalla criminalità d’importazione.

Infatti, nel “caso di Stato” che troppi politicanti d’Oltreramina hanno voluto montare sui tre valichi ticinesi chiusi di notte, la Lega Nord si è sempre schierata dalla parte del nostro Cantone. E di questa coraggiosa scelta di campo bisogna renderle merito. Sarebbe stato molto più facile salire sul carro del populismo antisvizzero di veline forzitaliche e tronfi kompagnuzzi del PD. Ed infatti in particolare questi ultimi, credendo di aver colto una ghiotta occasione per infamare gli odiati leghisti, hanno letteralmente intonacato di cacca la Lega Nord per aver osato andare controcorrente difendendo la scelta elvetica.

Dobbiamo preoccuparci

All’incontro con il comitato bicamerale Schengen presieduto dalla citata Ravetto, l’ambasciatore di Svizzera Kessler ha chiarito che non ci saranno retromarce sulla chiusura notturna dei tre valichi. Fin qui tutto bene, senonché la parlamentare ha pensato bene di tornare a dichiarare che una volta terminato il periodo di prova i valichi verranno riaperti  e la chiusura non verrà estesa e in caso contrario blablabla. Se tale sproloquio è stato ispirato dall’incontro con l’ambasciatore, dobbiamo preoccuparci.

Va chiarito al di là di ogni dubbio che i valichi NON verranno riaperti dopo il periodo di prova e anzi che verranno CHIUSI anche tutti gli altri. Perché questa è la decisione del parlamento. Decisione necessaria, come dimostra la vicenda recente della gang rumena che entrava in Ticino dal Belpaese. E Ravetto e soci faranno bene a darci un taglio con i loro piagnistei e le loro recriminazioni. Altrimenti le dogane le chiudiamo anche di giorno, così almeno  questa gente starnazzerà per qualcosa.

Diplomazia allo sbando?

Da un ambasciatore di Svizzera che parla davanti a politici italici che spalano palta sul Ticino ed i ticinesi ci si può e ci si deve attendere che precisi anche i punti di cui sopra. E che “diplomaticamente” (ma fermamente) chiarisca a questa signora Ravetto e soci che la situazione occupazionale in Ticino non è affatto come la descrivono loro. E che le fasce di confine italiane possono giusto ringraziare il nostro Cantone di esistere mattino, mezzogiorno e sera. Centinaia di migliaia di loro abitanti hanno la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino. E, se aspettano che i loro politici che strillano agli “svizzeri razzisti” creino posti di lavoro per gli italiani in Italia, fanno a tempo a morire d’inedia.

Se questo non accade, vuol dire che abbiamo un problema a livello di rappresentanti diplomatici.

Lorenzo Quadri