Non illudiamoci, presto accadrà anche da noi. Dato che il climatismo non bastava

Di recente, il quotidiano vodese “24 heures” ha dedicato il titolo di prima pagina all’ultima pensata del governo del Canton Vaud (a maggioranza di $inistra) e della capodipartimento educazione $ocialista e “non patrizia”. Costei è la kompagna Cesla (da non confondere con la nota automobile elettrica) Amarelle, nata a Montevideo, già consigliera nazionala: in tale veste dichiarava bellamente che non si può (“sa po’ mia!”) espellere un terrorista islamico se questi si troverebbe in pericolo nel paese d’origine.Sicché, cominciamo bene!

Innovare?

In concreto, per usare la titolazione di “24 heures”, Vaud “innova per gli allievi trans e non binari”.

Non conosciamo la situazione della scuola vodese. Siamo tuttaviapronti a scommettere che ci sono problemi un po’ più impellenti da affrontare e nei quali investire risorse pubbliche. Ma forse sonomeno appetibili per la propaganda elettorale di certi politichetti ossessionati da questioni pseudo-gender e LGBT che non interessano nemmeno alle persone LGBT.

Da notare che la Cesla si era già segnalata per l’agenda scolastica con il logo arcobaleno. Che, ovviamente, non ha alcuna connotazione ideologica, ma quando mai: un arcobaleno è solo un fenomeno meteorologico, perché dovrebbe avere altri significati?

In campo di agende scolastiche, comunque, alle nostre latitudini il ro$$o DECS ha fatto di peggio. E’ riuscito a produrne una illustrata con immagini e massime degli scioperanti climatici: ovvero di quei bimbiminkia che bigiano le lezioni per andare in giro a strillare che “la Terra brucia”. Proprio un bell’esempio educativo, complimenti.

Nomi a scelta

Nel concreto, il DECS vodese intende organizzare, per il personale scolastico, delle conferenze obbligatorie e delle formazioni sul tema dell’accoglienza di allievi trans e non binari. Naturalmente a spese del contribuente. In più, ogni alunno deve potersi far chiamare con il nome che desidera. Questo nome va impiegato nella quotidianità dellaula, ma anche nelle comunicazioni e sui documenti ufficiali. Vedremo cosa accadrà quando arriverà il primo buontempone che vorrà farsi chiamare Batman.

Non potevano mancare gli aspetti legati alledilizia scolastica:ovvero spogliatoi, bagni, eccetera. A tal proposito la linea vodeseè: “si incoraggia l’alunno ad andare nei locali che corrispondono alla sua percezione di genere”. Quindi, se è maschio ma si sente donna, lo si incoraggia (sic) ad usare i bagni e gli spogliatoi delle ragazze. Chissà con quale gioia di queste ultime. Magari sarebbe bene ricordare che, se uno si sente gatto, non viene incoraggiatoad andare in giro a miagolare e ad arrampicarsi sulle piante; viene mandato dallo psichiatra.

Assurdità ideologica

Ecco dunque che viene istituzionalizzata l’assurdità ideologica secondo cui il genere non è un dato biologico, bensì un’opinione. Ormai siamo alla negazione della realtà.

Facile prevedere che questo martellante lavaggio del cervello dei più giovani, portato avanti con soldi pubblici, servirà solo a creare dubbi e confusione su orientamento sessuale ed identità di genere a ragazzi e ragazze che nemmeno se ne sarebbero posti. Ormai sembra che identificarsi col proprio genere biologico sia una roba da sfigati retrogradi.

E allarmante che siano le istituzioni a promuovere messaggi del genere. Ed a farlo addirittura tra i bambini. Ecco le grandi conquiste dei politichetti gauche-caviar!

Il vaso di Pandora

Non è certo una coincidenza che il Sì popolare al matrimonio per tutti abbia dato la stura ad una serie di iniziative balorde come quella della scuola vodese. E siamo solo all’inizio. La tattica è sempre la stessa: quella del salame. Poiché il popolo ha votato A, i soldatini di turno si sentono in diritto di fare anche B, C, D e avanti fino alla Z. Pori nümm.

Dalla finestra

In Ticino il DECS targato P$ sta facendo rientrare dalla finestra la riforma “La scuola che verrà”, grondante ideologia ro$$a, malgrado quest’ultima sia stata asfaltata dalle urne. La riforma, come noto, è incentrata sul livellamento verso il basso dell’insegnamento: tutti devono riuscire.

La scuola, secondo i kompagni burocrati dipartimentali, non deve trasmettere sapere, bensì correggere ineguaglianze sociali. E, naturalmente, indottrinare.

Aspettiamoci dunque anche alle nostre latitudini l’assalto dell’ideologia gender in classe. Ticino presto come Vaud?

Lorenzo Quadri