BidONU e ONG, go home! Non ci sarà alcun ombudsman cantonale dei presunti diritti umani

Sinceramente, del bidONU e delle cosiddette ONG ne abbiamo piene le scuffie. Ma proprio stracolme.

Il bidONU è un’entità elefantesca, costosissima, inutile. E per di più manipolata da Paesi islamisti. L’Occidente – ed in particolare l’Europa – è minoritario. Le ONG, spesso e volentieri complici dei passatori (le modalità con cui vengono trasportati nel Belpaese i finti rifugiati sono note) sono riccamente finanziate non si sa bene da chi. Alcune incassano pure le tangenti del Qatar. E servono a fare politichetta immigrazionista in violazione delle leggi. Poi la spacciano per difesa dei diritti umani.

Il demenziale patto ONU sulla migrazione è attualmente imboscato in qualche cassetto bernese. Ma la partitocrazia aspetta solo l’occasione giusta per riesumarlo. Esso vorrebbe trasformare l’immigrazione clandestina in un “diritto umano”. Così i paesi di destinazione non potranno più opporsi all’invasione. E’ scandaloso che i diritti umani vengano utilizzati dalla casta immigrazionista per inventarsi sempre nuovi diritti a beneficio dei migranti clandestini e per contemporaneamente toglierne alla popolazione che vive nei paesi di destinazione. I diritti umani, accompagnati dai consueti ricatti morali, vengono utilizzati come pretesto per scardinare le leggi democratiche sull’immigrazione (o meglio: le limitazioni che esse contengono).

Diritti umani (presunti) contro i diritti popolari, e naturalmente sempre a svantaggio degli occidentali “brutti, cattivi e razzisti”. E noi dovremmo adeguarci ad un simile andazzo? Anche no!

Che poi sia nientemeno che il bidONU a pretendere di fare le pulci agli svizzerotti, è una barzelletta. Proprio le Nazioni disUnite, dove a comandare sono stati islamisti che in casa propria dei diritti umani se ne fanno una pippa!

Esame periodico

Però adesso – tra gennaio e febbraio – la Confederella dovrebbe sottoporsi ad un esame periodico da parte del bidONU sul rispetto dei diritti umani: il quarto dal 2008.

Ricordiamo che di recente si è pure assistito allo squallido teatrino della sedicente esperta dell’ ONU sul razzismo, molto abbronzata e fanaticamente woke. Costei si è permessa di accusare la Svizzera di “razzismo sistemico”. Questo sulla base di fregnacce raccontate dal noto criminale “non patrizio” Carlos-Brian. E’ chiaro che la signora va dichiarata persona non grata in Svizzera.

La censura dilaga

Lo scorso 10 dicembre cadeva la giornata mondiale dei diritti umani. A tal proposito all’USI si è tenuta una tavola rotonda (uella). Da parte delle solite ONG si sono sentite pretese rivelatrici. Ad esempio, quella di una legge che “tuteli contro ogni possibile forma di discriminazione”. Ciò che viene richiesto è quindi il dilagare dell’articolo 261 bis del Codice penale. Che inizialmente era indirizzato alla discriminazione razziale, poi è stato esteso all’orientamento sessuale e – poco ma sicuro – presto la partitocrazia pretenderà ulteriori ampliamenti. Il che significa ulteriori censure. Perché lo scopo di simili disposizioni è quello di imporre il pensiero unico politikamente korretto e zittire le posizioni discordanti a colpi di codice penale. Col risultato, oltretutto, di infesciare le autorità giudiziarie.

Paese del Bengodi

In sprezzo del ridicolo, un partecipante alla tavola rotonda dell’USI ha dichiarato: “la società civile si aspetta che il Consiglio federale si conformi alle raccomandazioni (…) e sia autocritico”. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. La società civile si aspetta che il Consiglio federale si occupi di problemi seri, che la pianti di correre dietro alle fregnacce del bidONU e delle ONG, e che pensi ai cittadini svizzeri! Già oggi la Confederella è il paese del Bengodi per i finti rifugiati che vogliono approfittarne. I terroristi islamici, che arrivano qui in veste di asilanti, non vengono espulsi in nome dei cosiddetti diritti umani se nel paese d’origine si troverebbero in pericolo, sicché ce li teniamo qui! Anche i criminali stranieri rimangono sul nostro territorio: arriva sempre il giudice immigrazionista di turno ad inventarsi qualche presuntasituazione di rigore che impedirebbe l’espulsione. La società civile si aspetta che il governicchio federale ponga fine a questi (e a molti altri!) scandalosi andazzi! Altro che dar retta all’ONU e alle ONG!

Ci vogliono dettar legge

Ma lo squallore degli immigrazionisti non finisce qui. Infatti si lamentano che “per l’attuazione dei diritti umani vengono generalmente utilizzati meccanismi debolmente vincolanti”. Eh già! Costoro vogliono che le direttive dell’ONU abbiano forza di legge! In altre parole: a decidere le leggi che valgono in Svizzera non devono più essere gli organismi democraticamente eletti, che il popolo elvetico ha destinato a questo scopo. Ancora meno il popolo stesso tramite gli strumenti della democrazia diretta. No: le leggi ce le dovrebbe imporre il bidONU e simile foffa! Ennesima dimostrazione che la storiella delle “soft law”ovvero delle prescrizioni non vincolanti (come sarebbe il caso, ad esempio, del famigerato Patto ONU sulla migrazione) è una truffa! Le soft law diventano “hard”, sicché bisogna attenervisi!

Nessun nuovo burocrate

Il 10 dicembre si è poi sentita una pretesa aberrante: quella di creare un ombudsman cantonale per i diritti umani, pagato dal contribuente. Questa ci mancava. L’amministrazione cantonale è gonfiata come una rana e costa un miliardo all’anno, però qualcuno vorrebbe inventarsi nuovi burocrati a sostegno di clandestini e finti rifugiati.  E’ chiaro che non se ne parla nemmeno!

BidONU, ONG ed altre associazioni che pensano di lanciare contro la Svizzera demenziali accuse di razzismo e di presunte violazioni dei diritti umani vanno semplicemente mandate a scopare il mare. Questi signori potranno venire qui a sindacare quando tutto il resto del mondo sarà, su questi temi, al livello della Confederella. Non prima.

E che la Svizzera esca dall’ONU! Altro che entrare nel Consiglio di sicurezza!

#swissexit