Il Dipartimento Sommaruga continua a sfornare boiate per rifilarci sempre più migranti
Non passa settimana senza che il Dipartimento della ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga ci regali una qualche perla. Ovvero, per dirla con Fantozzi, una qualche “ca*ata pazzesca”.
L’ultimo misfatto è ancora fresco: la demenziale proposta di spendere 132 milioni all’anno in più per integrare i finti rifugiati sul mercato del lavoro svizzero. Hai capito? Invece di rimandare i migranti economici al paese d’origine, si tenta di promuovere la loro “integrazione nel mercato del lavoro elvetico”. Che naturalmente è destinata a fallire clamorosamente, visto che la stragrande maggioranza di questa gente non è né integrata né integrabile. Del resto, se nel giro di otto anni il numero degli eritrei in assistenza è aumentato del 2282%, un qualche motivo ci sarà!
Complimenti kompagna Simonetta, applausi a scena aperta! Ai finti rifugiati si trova lavoro a scapito dei residenti! E cosa fa invece la ministra del “devono entrare tutti” per l’integrazione professionale degli svizzeri in generale, e dei ticinesi in particolare? Un tubo! Predica l’immigrazione scriteriata, le frontiere spalancate, ed il conseguente soppiantamento di lavoratori ticinesi con residenti! Avanti così!
Con questa colossale boiata ancora calda, per non farsi mancare nulla il Dipartimento Sommaruga ha già annunciato quella successiva. Naturalmente sempre dello stesso tenore e naturalmente sempre a sostegno dei finti rifugiati. Ovvero l’algoritmo, elaborato dal Politecnico di Zurigo e dall’università di Stanford (uella!) per distribuire i migranti economici nei vari Cantoni, a seconda delle possibilità che avrebbero di trovarvi lavoro!
Ma bene! Invece di preoccuparsi di rimpatriare chi non ha alcun diritto di rimanere nel nostro Paese, si fanno restare tutti e poi si cerca di collocarli con gli algoritmi! Che tra l’altro sono un mezzuccio da tre e una cicca con cui i balivi bernesi pensano di scaricarsi delle proprie responsabilità davanti ai Cantoni a cui bramano di imporre ancora più finti rifugiati, evidentemente contro la volontà della popolazione locale: “non è colpa nostra, è stato l’algorimo!”. Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Visto poi che:
– la maggior parte dei finti rifugiati arriva passando per l’Italia;
– i migranti economici con lo smartphone in genere sanno un po’ di francese e di italiano, ma ben più raramente il tedesco;
– la lingua è (evidentemente) un elemento imprescindibile nell’integrazione professionale;
indovinate un po’ quali Cantoni si dovranno smazzare più finti rifugiati grazie all’algoritmo dei burocrati della Simonetta? Forse i soliti sfigati “Cantoni latini”? Oddìo, quei Cantoni romandi dove continuano a votare la gauche-caviar multikulti e spalancatrice di frontiere se li meriterebbero anche. Ma il nostro di sicuro no!
Lorenzo Quadri