Consiglio federale, Achtung! Neanche un franco agli eurobalivi! I soldi servono in patria

Come volevasi dimostrare, del governicchio federale non ci si puòfidare (fa pure rima). Ed infatti, i camerieri bernesi dell’UE preparano l’ennesima calata di braghe ad altezza caviglia davanti ai funzionarietti di Bruxelles. Il CF ha annunciato urbis et orbis di voler sbloccare il secondo contributo di coesione: vale a dire la marchetta da 1.3 miliardi alla fallita UE. Da notare che il contribuente svizzero pagherebbe senza avere alcun obbligo. Solo “per oliare”, come ebbe a dire un ex senatore.

In sostanza, si tratta di un pizzo in stile mafioso. Gli Stati membri UE, alcuni dei quali alla canna del gas, ne pretendono il pagamento da parte degli svizzerotti.

Il pizzo risulta tuttavia bloccato da una clausola votata dalla maggioranza del parlamento federale. In un raro sprazzo di lucidità, le Camere hanno stabilito che il contributo di coesione (?)sarebbe stato versato solo se gli eurobalivi non avessero discriminato la Svizzera. Già, perché la genoria di Bruxelles pretende di cuccarsi i nostri soldi, e contemporaneamente di continuare a discriminarci. Perché, sostengono, “sono temi diversi”. Ma questi $ignori pensano davvero che siamo scemi?

Affidabili o fessi?

Adesso arriva il governicchio federale con la pretesa che il parlamento cancelli la clausola di cui sopra, per poter così versare l’obolo miliardario. Motivo: “vogliamo mostrarci dei partner affidabili”. Ossignùr! Ma qui qualcuno dev’essere proprio caduto dal seggiolone da piccolo! Tra affidabili e FESSI una qualche differenza dovrebbe pur sussistere!

Si calano le braghe?

Anche i più sprovveduti avranno ormai capito che il governicchio federale ha rinunciato allo sconcio accordo quadro istituzionale non certo perché, fulminato sulla via di Damasco, si è all’improvviso convertito in difensore della sovranità svizzera. Semplicemente, ha interrotto le trattative per PAURA di una trombatura in votazione popolare. Ma l’intenzione di asservire la Svizzera a Bruxelles rimane. Ed infatti il nuovo ritornello per cedere davanti ad ogni pretesa degli eurocrati è il seguente: “la situazione è già tesa, non bisogna esacerbarla”. E quindi si calano le braghe? Ma col fischio! Se l’accordo quadro è stato rottamato, è semplicemente perché esso è incompatibile con la Svizzera. Però la fallita UE voleva imporcelo, per comandare in casa nostra. Semmai quelli che avrebbero tutto il diritto di essere “esacerbati” siamo noi!

I soldi servono qui

Se, inoltre, il pizzo da 1.3 miliardi era insostenibile in tempi normali, come erano quelli in cui la partitocrazia prese la scellerata decisione di offrirlo, adesso la situazione è cambiata radicalmente. E non c’è bisogno di spiegare il perché.

Nelle condizioni attuali, è evidente che a Bruxelles non si versa nemmeno un franco; figuriamoci 1.3 miliardi! E anche i regali miliardari all’estero vanno azzerati! I soldi degli svizzeri servono per le necessità dei cittadini svizzeri: quante volte lo dobbiamo ripetere?

Avanti, facciamoci fregare!

Non solo: trattenere gli 1,3 miliardi di coesione – non “il” miliardo, come ama ripetere la casta eurolecchina per minimizzare; i miliardi sono 1,3 – serve anche come assicurazione contro eventuali, vergognose ritorsioni dell’UE nei confronti della Svizzera. Una piccola garanzia, detto in altri termini. Certo non a tenuta stagna, ma sempre meglio di niente.

Non ci vuole dunque molta fantasia per immaginare cosa accadrebbe nel caso in cui la partitocrazia berneseaccondiscendesse al desiderio del governicchio e sbloccasse il contributo di coesione. Bruxelles incasserebbe e poi, già il giorno dopo, ricomincerebbe con i “dispettucci”. Tanto gli svizzerotti hanno cancellato la clausola anti-discriminazione!

Quando la finiremo di farci prendere per i fondelli da tutti?

#swissexit

 

Lorenzo Quadri