SIAMO QUI IN TROPPI! Ma la casta, invece di risolvere, si inventa nuovi balzelli

In 13 anni in Svizzera è immigrato un milione di persone. Secondo l’Ufficio federale di statistica (non secondo la Lega populista e razzista) nel 2050 nel nostro Paese ci saranno oltre 10 milioni di abitanti. Il motivo? Sempre l’immigrazione incontrollata!

Quando nel 2000 il popolo votò sui bilaterali I, il governicchio federale, nel proprio opuscolo ufficiale, scrisse che la devastante libera circolazione delle persone avrebbe fatto arrivare nel nostro paese non più di 8000 persone all’anno. La media reale è di 7 volte superiore, con punte fino a 10 volte di più.

La realtà è che la libera circolazione delle persone conferisce a 500 milioni di europei il diritto ad immigrare in Svizzera. E non è affatto vero che presupposto per arrivare da noi è avere un posto di lavoro ed essere autonomi economicamente. Prova ne sia che gli stranieri sono vistosamente sovrarappresentati nelle cifre della disoccupazione e dell’assistenza. E la percentuale di stranieri a carico del nostro stato sociale aumenta sempre di più. Del resto, un terzo dei cittadini UE non immigra per lavorare. Inoltre basta un contratto che preveda 12 ore lavorative a settimana (!) per ottenere un permesso B. A ciò vanno aggiunti i famosi contratti farlocchi: ossia quelli che, taroccati fin dall’inizio, vengono disdetti in tempo di record. Così l’ex “lavoratore” UE si mette a carico della disoccupazione prima,  e dell’assistenza poi.

Strade infesciate

In poche parole: SIAMO QUI IN TROPPI. Il Nano lo diceva già parecchi anni fa; figuriamoci oggi.

Ed essere QUI IN TROPPI comporta una sfilza di problemi e di conseguenze negative.

Una di queste sono le strade infesciate (sempre) ed i mezzi pubblici stracolmi (nelle ore di punta; oltretutto la promiscuità aumenta il rischio di contagio da virus cinese). Sulle strade ticinesi non si ci circola più, perché scoppiano di targhe azzurre. In particolare nel Mendrisiotto e nel Luganese, ma non solo. E quanti dei veicoli targati TI sono in realtà di stranieri immigrati di fresco?

Ve lo diamo noi il mobility pricing!

E’ evidente che il problema può essere risolto solo facendo saltare la devastante libera circolazione delle persone. Bisogna mettere fine all’INVASIONE da sud.

Ed invece, cosa sogna di fare il governicchio federale ed in particolare la disastrosa ministra dei trasporti, kompagna Simonetta Sommaruga? Smania per introdurre il road pricing ed il mobility pricing. Obiettivo: far pagare di più chi si sposta nelle ore di punta. Come se i cittadini facessero apposta ad andare in giro quando le strade ed i mezzi pubblici sono intasati!

E’ evidente che la maggior parte della gente non può scegliere liberamente l’orario in cui inizia il lavoro o la scuola. Ed i soldatini della casta  farebbero bene a piantarla di pistonare scriteriatamente il telelavoro, anche come toccasana antitraffico, immaginando che faccia figo e moderno. Forse qualcuno si è dimenticato che il telelavoro, proprio per sua natura, può essere svolto anche dall’India, dalla Romania, dalla Polonia… ovviamente a costi assai inferiori per le aziende. Sicché, addio impieghi in Ticino!

Visto che per la maggior parte della gente gli orari lavorativi non sono “à la carte”, la conseguenza è che il road pricing, il mobility pricing e le altre ciofeche pricing che tanto piacciono alla partitocrazia tassaiola e politikamente korretta, si tradurranno per i cittadini in una spesa secca in più. Che naturalmente andrà ad aggiungersi alla pletora di ecotasse ed ecobalzelli con cui i soldatini della casta vogliono RAPINARE gli svizzeri!

Tirando le somme

Sicché, tirando le somme: in tempo di crisi nera, che farà esplodere disoccupazione e povertà (crisi come noto provocata dallo stramaledetto virus cinese che ci ha impestati per colpa della libera circolazione e delle frontiere spalancate), la partitocrazia vuole:

  • Rapinare i cittadini con scellerate ecotasse ed ecobalzelli, nel nome dell’isterismo climatico;
  • Rapinare i cittadini con mobility pricing, road pricing, e varie ciofeche-pricing;
  • La gauche-caviar, e non solo, sogna di aumentare le tasse per abbellire i conti pubblici, invece di cominciare finalmente a risparmiare.

“Tecnicamente fattibile”

Con la massima goduria, il Dipartimento Simonetta annuncia ora in un rapporto che il mobility pricing è tecnicamente fattibile anche in Svizzera. Da notare che il mobility pricing comporta un vero e proprio grande fratello (un po’ come l’app di tracciamento covid): lo Stato controllerà chi è andato dove e quando! Quindi la privacy dei cittadini verrà mandata a ramengo… e questo per tassarli ancora di più! E per tassarli in modo clamorosamente antisociale. Perché i più colpiti saranno ovviamente, proprio come per gli ecobalzelli, il ceto medio e basso! Il manager magari può scegliersi autonomamente gli orari di lavoro, e comunque può permettersi di pagare il mobility pricing senza fare una piega; la cassiera no! Spostarsi in determinati orari diventerà un lusso, un privilegio! Ma come: il motto dei $inistrati non era “per tutti, senza privilegi”?

Un disastro

La libera circolazione è un disastro. Non solo sul fronte del mercato del lavoro, delle assicurazioni sociali o della criminalità d’importazione. E’ anche la principale causa nei nostri problemi di mobilità. Ma invece di far saltare questo accordo bilaterale del piffero, la casta eurolecchina pensa “bene” di tartassare ulteriormente i cittadini che hanno bisogno di spostarsi per andare a lavorare.  Ve li diamo noi il road pricing ed il mobility pricing! Se proprio ci tenete, introduceteli solo per i permessi G! A proposito: chissà come mai, quando si parla di ecotassa per frontalieri, la partitocrazia insorge istericamente? Il 27 settembre, tutti a votare Sì all’iniziativa di limitazione!

#swissexit

Lorenzo Quadri