I vicini a sud pretendono di continuare ad invaderci ed a mungerci: diamoci un taglio!

Secondo il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, la Convenzione tra Svizzera ed Italia che regola i ristorni dei frontalieri sarebbe perfettamente valida ed attuale.

Evidentemente, il signor Fermi è in vena di battute.

Tale Convenzione sarà forse “valida ed attuale” per i vicini a sud, che se ne avvantaggiano alla grande a scapito del Ticino. E che oltretutto nemmeno ne utilizzano i proventi per gli scopi dovuti, ma se ne servono per tappare i buchi di gestione corrente.  Fa davvero specie che in Consiglio di Stato non si trovi una maggioranza disposta a bloccare i ristorni appoggiando la proposta leghista in tal senso. Ma di certo la Convenzione non è attuale per noi. E men che meno è valida.

Per buona pace del Signor Fermi, la Convenzione del 1974 è infatti stata sottoscritta quando:

  • Non c’era la libera circolazione delle persone;
  • Era in vigore il segreto bancario;
  • Il Belpaese non aveva inserito la Svizzera su liste nere, grigie o zebrate.

Questi presupposti non sono più dati da anni, sicché la Convenzione deve saltare. E’ evidente che su questo chiodo la Lega continuerà a battere ad oltranza. In Ticino e soprattutto a Berna. Tanto più che:

  • L’Italia rifiuta di sottoscrivere il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri: è dal 2015 che mena il can per l’aia;
  • L’accordo sottoscritto con l’Austria (post-libera circolazione) prevede ristorni assai inferiori: il 12.5%, contro il 38.8% graziosamente concesso alla Penisola;
  • Il Lussemburgo, per i suoi frontalieri, non versa assolutamente nulla!

Quindi, via la Convenzione del 1974 e via anche la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, che ha provocato l’invasione del Ticino con 70mila frontalieri: su questo tema avremo modo di votare la prossima primavera.

Come già detto: in qualsiasi altro posto al mondo – a partire dalla Lombardia!  – davanti ad una situazione del genere, i cittadini sarebbero già scesi in strada con i forconi.

Lorenzo Quadri