I politicanti bernesi ritengono che gli automobilisti non abbiano alcun potere alle urne

Automobilisti di nuovo scaricati dalla politichetta federale. Sull’allentamento del bidone Via Sicura, anche la Commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati ha tirato il freno a mano, seguendo la decisione già presa nei mesi scorsi dal Nazionale.

Ciò significa che verrà mantenuta la pena minima di un anno per i reati di cosiddetta “pirateria della strada”. Un termine che, tra parentesi, viene utilizzato in modo improprio a scopo di drammatizzazione. In italiano, “pirata della strada” è colui che provoca un incidente e poi scappa; non chi supera un limite di velocità senza che ciò porti ad alcuna conseguenza pratica.

Anche la durata della revoca minima della patente per i reati citati rimarrà a due anni. In primavera il Consiglio nazionale l’aveva abbassata a 12 mesi. Poi, in settembre, il dietrofront.

Le pene minime

La calata di braghe dei soldatini bernesi fa seguito alla minaccia della Fondazione Road Cross di lanciare il referendum contro l’intera revisione della Legge sulla circolazione stradale. Si prende atto che il parlatoio federale si lascia ricattare dalla prima associazione che passa e che minaccia di lanciare referendum strombazzando slogan farlocchi, grondanti populismo ro$$overde. L’accusa è quella di “difendere i pirati della strada”. Balle di fra’ Luca. Infatti, nella versione iniziale della revisione si prevedeva di abbassare le pene minime previste da Via Sicura. Ma, se uno commette reati stradali gravi, non incorre nella condanna minima, bensì in quella massima. Le pene minime servono a sanzionare le infrazioni meno gravi. Chi si oppone ad un loro alleggerimento vuole dunque mazzuolare non già il criminale stradale inveterato, bensì l’automobilista medio che ha sgarrato una volta.

Perché questa fifa?

C’è da chiedersi perché il parlatoio federale abbia tutta questa fifa di un eventuale referendum contro le modifiche a Via Sicura. Per quale motivo parte dal presupposto che il popolo condivida la criminalizzazione degli automobilisti? Altro che farsela sotto per la minaccia di referendum. Sarebbe invece interessante lanciare un’iniziativa popolare per l’abolizione integrale di via Sicura, inclusi i suoi deleteri annessi e connessi. A partire dai medici del traffico!

E’ poi il caso di ricordare che nel 2012 via Sicura venne venduta come lo strumento per punire in modo adeguato i deficienti che fanno le corse in autostrada. E si tratta, ma guarda un po’, di giovani stranieri. Ennesimo danno collaterale dell’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia. La quale poi, per rimediare (?), criminalizza tutti i conducenti. Applausi a scena aperta!

Un bel tacer…

Fa sorridere che, nel tentativo di salvare la faccia davanti ai soci paganti, le organizzazioni a presunta difesa degli automobilisti adesso si fingano scandalizzate per la calata di braghe dei politicanti federali.

1) Queste stesse associazioni, in particolare una (TCS), erano addirittura favorevoli alla rovinosa legge sul CO2: quella che prevedeva di mungere gli automobilisti con ulteriori balzelli sulla benzina. Come paladini dei conducenti, non hanno più grande credibilità. La legge è poi stata asfaltata in votazione popolare. Dimostrazione che non c’è motivo di avere tutta questa paura degli appuntamenti con le urne.

2) Le associazioni in questione sono colonizzate da politicanti triciclati. I loro vertici siedono nel parlatoio federale. Ohibò, sicché costoro quando fanno i deputati votano in un modo, e quando invece indossano il cappello associativo condannano il loro stesso voto? Schizofrenia? Personalità multipla dovuta ad eccesso di cadreghe?

3) Perché, invece di fingere indignazione, le associazioni pro-automobilisti non lanciano un’iniziativa popolare per abolire Via Sicura?

Chiarire le cose

Intanto a restare fregati sono i conducenti che la partitocrazia continua a penalizzare. L’avvicinarsi delle elezioni federali potrà solo peggiorare le cose. I kompagni ro$$overdi, in perdita di velocità (tanto per restare in tema…) si produrranno in altre sparate contro chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare, nella speranza di accattarsi il voto di qualche climatista “gretino”. Ed il cosiddetto “centro” PLR-PPD, sempre più ruota di scorta della $inistra, si accoderà.

L’invereconda giravolta sull’allentamento di Via Sicura causa minaccia di referendum dimostra inoltre una cosa: i soldatini incadregati a Berna ritengono che gli automobilisti non abbiano alcun potere alle urne. I politicanti partono infatti dal presupposto che un eventuale referendum di Road Cross contro l’allentamento di Via Sicura verrebbe approvato in votazione popolare. Quando invece sarebbe assai più verosimile un’asfaltatura. Questo assunto di irrilevanza politica degli automobilisti porta la partitocrazia a continuare a vessarli, nella convinzione che “tanto non succede niente”. Alle prossime elezioni, sarà bene far comprendere che non è così! Altrimenti chi ha bisogno della macchina per andare a lavorare verrà sempre trattato come un punching ball.

LORENZO QUADRI