La ciofeca legislativa imposta dal triciclo per vessare gli automobilisti va smontata

Mercoledì il consiglio nazionale dovrà decidere sulla revisione della Legge sulla circolazione stradale. Si tratta sostanzialmente di procedere a nuove modifiche (ne sono già state fatte altre) al fallimentare pacchetto Via Sicura, che la partitocrazia federale accettò nel 2012 cedendo – per l’ennesima volta – al ricatto morale ro$$overde.

Criminalizzazione generalizzata

Via Sicura è stata “venduta” come lo strumento necessario per sanzionare in modo adeguato quelli che impropriamente vengono definiti “pirati della strada”. Il termine tedesco “Raser” rende meglio l’idea. I “Raser” sono coloro che sfrecciano a tutta velocità. Si diceva – e qualcuno se l’è bevuta – che le nuove norme si sarebbero applicate a pochi casi estremi. In particolare agli scellerati che organizzano le corse in autostrada (ed in genere si tratta, ma guarda un po’, di giovani stranieri).

Invece, quando le norme di Via Sicura sono entrate in vigore, ci si è accorti che esse costituivano il Via…libera ad una criminalizzazione generalizzata degli automobilisti. Il sogno della gauche-caviar!

Da un lato i casi colpiti non erano né pochi né tanto estremi. Dall’altro, a causa dell’eccessiva rigidità del sistema, che toglieva al giudice quasi ogni margine di apprezzamento, accadeva che un automobilista colpevole di aver infranto un limite di velocità senza alcuna conseguenza pratica, e senza aver messo concretamente in pericolo nessuno (magari perché i fatti erano avvenuti in piena notte), veniva sanzionato più duramente di un rapinatore.

Senza contare che “grazie” a Via Sicura è stato creato il circo Barnum dei medici del traffico. Esso ha permesso – per quel che attiene al Ticino – a dottori della vicina Penisola di venire qui a farsi gli attributi di platino a spese degli automobilisti.

Alcune modifiche

Nel 2016 venne lanciata un’iniziativa popolare per correggere gli eccessi di Via Sicura. Tuttavia i promotori non riuscirono a raccogliere le firme necessarie.

Il parlamento, nel corso degli anni, ha comunque accolto alcune modifiche: le sanzioni contemplate da Via Sicura sono infatti sproporzionate rispetto a quelle previste per altri reati. Dunque occorreva intervenire. Al punto che perfino il tribunale federale, poco sospetto di simpatizzare con gli automobilisti, ha sentenziato che i giudici possono ridurre le sanzioni minime stabilite. Anche se figurano nella legge.

Alleggerimenti

Mercoledì il consiglio nazionale approverà alcune misure di ulteriore “alleggerimento” di Via Sicura. Anche la Lega ha fatto la propria parte ottenendo lo stralcio – almeno nella commissione preparatoria: vedremo se il plenum confermerà – dell’obbligo di seguire una lunga e costosa formazione complementare per tanti conducenti ai quali è stata ritirata la patente.

In particolare, la durata minima – per violazioni gravi – del ritiro della licenza di condurre dovrebbe passare dai attuali due anni a sei mesi (proposta della maggioranza della commissione; il  governicchio federale avrebbe voluto mantenere 12 mesi). Verrà abolita anche la pena detentiva minima di un anno (mentre resta la pena massima di quattro anni).

L’obbligo di regresso dell’assicuratore nei confronti dell’automobilista in caso di guida spericolata e di incapacità alla guida viene derubricato ad una facoltà.

Pure le corse d’emergenza

Nelle maglie di via Sicura, come noto, finiscono anche i poliziotti che inseguono (per ovvi motivi ad alta velocità) dei criminali; o anche i conducenti delle ambulanze e dei veicoli dei pompieri. Il che è oltremodo delirante: gli agenti impossibilitati ad inseguire i delinquenti sono una manna per la criminalità. Le ambulanze “a velocità limitata” rappresentano un pericolo per i pazienti da trasportare in ospedale. I quali rischiano di non arrivare in tempo perché il guidatore non vuole finire nelle pettole per aver pigiato troppo sul gas. Anche in tali ambiti sono previsti dei correttivi. Per queste “corse d’emergenza” a fare stato per l’eventuale qualifica di “pirata della strada” non dovrà più essere la velocità indicata sul cartello stradale, bensì quella ritenuta adeguata all’intervento. In concreto: se il limite è di 30 all’ora, l’auto della polizia viaggiava a 70, e la velocità ritenuta adeguata era di 60, si prenderanno in considerazione per la punibilità 10 Km/h di troppo e non più 40. Stabilire la velocità adeguata su una determinata tratta stradale per un intervento d’urgenza toccherà al giudice. Non sarà evidente. Ma è sempre meglio della situazione attuale.

Con le zone 30…

Da notare che i tentativi della kompagna Simonetta di introdurre limiti di 30 all’ora “ad minchiam”, ovvero senza giustificazione oggettiva ma solo per la consueta politichetta ideologica di vessazione degli automobilisti “brutti e cattivi”, non faranno che aumentare in  modo del tutto artificioso le infrazioni “gravi” ai limiti di velocità. Se dall’oggi al domani su una tratta stradale il limite di velocità passa da 50 km/h a 30 e senza che ci sia alcuna esigenza di sicurezza in tal senso, l’automobilista che viaggia a 60 si trova improvvisamente “fuori” di 30 all’ora, e non più di 10: con tutte le conseguenze del caso.

L’etilometro

Con la revisione di mercoledì dovrebbe venire cancellata anche la prevista introduzione della scatola nera sulle automobili e dell’etilometro blocca-motore. E’ chiaro infatti che simili aggeggi si prestano ad ogni sorta di tiro mancino. Una volta introdotti, poi verrebbero regolati in modo sempre più restrittivo: a breve-medio termine non sarà più possibile accendere l’ auto nemmeno dopo aver bevuto un bicchiere di vino. Con buona pace della ristorazione, già messa in ginocchio da ingiustificati lockdown.

Il casco dei ragazzini

Aspetto curioso: in nome della sicurezza la commissione parlamentare preparatoria ha respinto l’obbligo, proposto dal Consiglio federale, del casco per i ciclisti di meno di 16 anni. Non ce ne lamentiamo: di obblighi e divieti ne abbiamo già troppi. Ma i conti non tornano. Se si vuole la sicurezza ad ogni costo, allora l’obbligo andava decretato. Si è fatta una scelta diversa ritenendo che il casco obbligatorio avrebbe reso la bicicletta meno attraente per gli adolescenti. Quindi: visto che la politichetta mainstream vuole promuovere le biciclette, ecco che la sicurezza all’improvviso non è più importante. Diventa invece un dogma quando si tratta, sempre per motivi di politichetta, di vessare gli automobilisti.

Due ulteriori misure

Procedendo con piccoli e progressivi rattoppi si cerca dunque di correggere le storture più crasse del bidone Via Sicura. La soluzione migliore sarebbe ovviamente fare tabula rasa di questo FLOP. Ma in parlamento non ci sono i numeri. Non per questo ci si deve rassegnare. Almeno altre due misure vanno prese in tempi brevi:

Introdurre la possibilità di non revocare la patente, ma di limitarsi ad un ammonimento, nel caso di un conducente incensurato che sbaglia per la prima volta. Si tratterebbe di una sorta di revoca “sospesa condizionalmente”.
Abolire il medico del traffico di livello 4 (rappresentato in Ticino dalla famigerata dottoressa italica), quello che “svolge gli esami in caso di dubbi sull’idoneità alla guida”. Tale figura è stata introdotta nel 2016 a seguito di Via Sicura.  Chi scrive nel 2019 ne ha chiesto l’abolizione tramite mozione al CF. La mozione, tuttavia, non è stata trattata dal Consiglio nazionale causa decorrenza dei termini. Inutile dire che la proposta verrà ripresentata. E ce n’è ben donde: gli automobilisti caduti tra le grinfie del medico del traffico – il cui potere è eccessivo ed arbitrario – devono infatti anticipare il pagamento di fatture salatissime e non dettagliate, sottoporsi a reiterate visite ed a perizie dai costi enormi. Ed in più si vedono prolungare di mesi e mesi la sospensione della licenza di condurre con motivazioni discutibili (eufemismo). E’ chiaro che questo andazzo deve finire!

Lorenzo Quadri