Come da copione, tra i burocrati federali c’è difende anche l’indifendibile
Il Consiglio federale propone alcune modifiche puntuali (che sforzo…) sugli aspetti più ingiustamente penalizzanti per gli automobilisti. Vedremo se si andrà fino in fondo. Perché, in certi uffici bernesi…
Come volevasi dimostrare! Secondo i burocrati dell’UPI (Ufficio prevenzione infortuni) il bidone Via Sicura sarebbe un successone. Ecco a cosa servono i famosi “bilanci” dei progetti della Confederella (e non solo): servono a dire che “l’è tüt a posct”!
Si tratta, naturalmente, di bilanci “pilotati”. In altre parole: farlocchi. Il festival delle fregnacce per difendere anche – e soprattutto – quello che è indifendibile. Come si faccia a parlare di successo in relazione a Via Sicura è un mistero. Spieghino ad esempio balivi dell’UPI in che modo misure quali l’obbligo (non la facoltà) di regresso degli assicuratori per reati di eccesso di velocità possono aver migliorato la sicurezza delle strade. Al massimo avranno rovinato delle esistenze. Spieghino, sempre i balivi dell’UPI, in che modo gioverebbe alla sicurezza condannare un eccesso di velocità senza alcuna conseguenza più duramente di una rapina. Spieghino ancora, i balivi, la teoria della sicurezza stradale che aumenta creando un clima da caccia alle streghe, grazie al quale basta una denuncia anonima, anche del tutto campata in aria – ad esempio, di essere alcolista o drogato – per costringere un automobilista a discolparsi sottoponendosi a test medici a proprie spese (anche se ne esce pulito). Questa non è la Svizzera, questa è l’inquisizione spagnola!
Però, secondo i burocrati invasati dell’UPI, quelli che hanno il posto di lavoro garantito a vita e strapagato con i soldi dei contribuenti – automobilisti compresi! – Via Sicura è uno splendore, un successo, un trionfo.
Obiettivo: persecuzione?
Il bilancio del Consiglio federale è come le statistiche della SECO sulla disoccupazione. Trattasi di una mera azione di propaganda finanziata con soldi pubblici. Fatta nell’intento, manifesto, di prendere la gente per i fondelli.
Solo ad una condizione è possibile sostenere che Via Sicura è un successo: che l’obiettivo sia la persecuzione e l’eliminazione degli automobilisti viziosi. Di tutti gli automobilisti. Mica solo dei cosiddetti “pirati della strada”. Il contrario di quel che è stato abbondantemente promesso. Vero Doris?
Tra l’altro, il termine “Pirati della strada” utilizzato da Via Sicura è la traduzione, pure sbagliata, del termine tedesco “Raser”.
I “Raser” sono sostanzialmente i deficienti che fanno le corse in autostrada. I quali, ma guarda un po’, sono tutti giovani stranieri. Cosa che l’UPI ben si guarda dal dire. Ed è anche piuttosto curioso che questo ufficio, così attento alla sicurezza, non si stracci le vesti su altri temi. Ad esempio gli incidenti domestici, che causano ben più morti di quelli stradali.
Rimettere al loro posto
Evidentemente il mandato di questo Ufficio politicizzato è quello di perseguitare gli automobilisti. A questo scopo Via Sicura funziona benissimo. Dunque va puntellata con ogni mezzo. Addirittura tale Stefan Sigriest, direttore supplente dell’UPI, si oppone alla correzione di una delle storture più plateali: il già citato obbligo di regresso degli assicuratori, che nulla c’entra con la sicurezza stradale. Secondo questo pozzo di scienza, si tratterebbe di “un passo nella direzione sbagliata”. Ah ecco. E chi è questo mezze-maniche Sigriest per dire che la direzione è sbagliata? Qui ci sono dei burocrati che credono di poter prendere loro le decisioni politiche: vanno rimessi subito al loro posto.
Il Consiglio federale dal canto suo propone alcuni aggiustamenti specifici a Via Sicura. “Per esempio, relativamente ai reati di pirateria stradale si potrebbe rinunciare a una pena detentiva minima, ridurre a sei mesi la durata minima del ritiro della patente di guida e concedere ai giudici maggiore discrezionalità nel determinare la gravità delle infrazioni”. Oppure a proposito del citato diritto di regresso.
Vedremo se se ne farà qualcosa…
PLR e PPD…
Fa specie, come abbiamo già scritto, che i partiti come il PLR ed il PPD, che quando si tratta di accattonare voti si spacciano per paladini degli automobilisti, alla prova dei fatti – al di là di iniziative di singoli deputati – non abbiano però gli attributi per cambiare le cose, e rimangano ostaggi dei ricatti morali dell’area ro$$overde. Ricatti morali a cui, ça va sans dire, si accoda con la massima goduria la radiotv di regime, quella per cui paghiamo il canone più caro d’Europa, che non perde occasione per spalare palta sui chi osa attentare a Via Sicura: Oltregottardo ne sanno qualcosa.
Il “bilanciofeca” su Via Sicura ben spiega la posizione dei politicanti che, pur sapendo che Via Sicura è in gran parte immondizia legislativa, rifiutano di intervenire perché “prima bisogna attendere l’esito del bilancio”. Posizione a prima vista assolutamente ragionevole. Ma appunto, il trucco c’è: il bilancio è taroccato. Via Sicura è inaccettabile in molte sue parti eppure viene lasciata andare avanti così. Sotto lo sguardo complice dei partiti sedicenti “borghesi”. Signori, ma chi pensate di prendere per i fondelli?
Il colmo della tolla
Ah, che non ci si venga più a raccontare la monumentale fetecchiata che Via Sicura non si tocca perché è la risposta data ad un’iniziativa popolare (naturalmente promossa dai soliti talebani anti-automobilisti) che in seguito è stata ritirata. I Giuda della partitocrazia federale non rispettano nemmeno le iniziative che sono state votate dal popolo, come dimostra la sconcia rottamazione del 9 febbraio. Adesso pretendono di spacciarsi per quelli che rispettano le iniziative che sono state ritirate? Guardate che prima di arrivare a Carnevale mancano ancora parecchi mesi.
Lorenzo Quadri