Lotta all’islamismo: ancora una volta l’Austria ci bagna il naso! Prendiamo esempio!

Abbiamo ormai visto in più occasione come la Svizzera, grazie alle frontiere spalancate ed al multikulti voluti dalla partitocrazia,sia diventata terra di conquista per gli islamisti. La leggina antiterrorismo all’acqua di rose, per fortuna, il 13 giugno è stata approvata in votazione popolare. Ci sarebbe mancato altro. E dire che i $inistrati la consideravano lesiva della privacy. Peccato che questi difensori della privacy (dei sospetti terroristi) siano poi gli stessi che, nell’ambito degli attacchi esteri al segreto bancario svizzero, erano perfettamente d’accordo di trasmettere ad autorità inquirenti straniere i dati personali di funzionari di banca colpevoli solo di svolgere il proprio lavoro secondo le leggi vigenti.

Primi in Europa

Come detto più volte, la nuova leggina antiterrorismo è un punto di partenza e non certo un punto d’arrivo. Perché, senza andare tanto lontani, ci sono paesi che sono parecchio più avanti di noi. Ad esempio l’Austria che, primo Stato in Europa, ha messo fuori legge i Fratelli musulmani. Dall’8 luglio la potente confraternita si trova iscritta sulla lista nera austriaca delle organizzazioni legate alla “criminalità a movente religioso”. Sostenerla e propagandarla è dunque diventata un reato, punibile con 4000 euro di multa ed un mese di prigione.

Presenti anche da noi

I fratelli musulmani, oltre che in Austria, sono ben presenti anche in Svizzera. E specialmente in Ticino. La banca al-Takwa, installata a Campione d’Italia, venne perquisita dagli inquirenti americani al domani degli attentati dell’11 settembre 2001. Accusata di finanziare il terrorismo, si affrettò a dichiarare fallimento.

Anche l’allora presidente USA Donald Trump, nel 2017, aveva minacciato di iscrivere i Fratelli musulmani sulla lista dei gruppi terroristici.

Alle nostre latitudini, nel marzo 2017 il Guastafeste lanciò una petizione all’Assemblea federale chiedendo di proibire i movimenti islamisti. La petizione venne però respinta dal Consiglio nazionale il 2 ottobre 2018 per 125 voti contri 68.

Islam politico

I Fratelli musulmani propugnano l’islam politico, che è incompatibile con il nostro Stato di diritto. Uno dei loro slogan recita infatti “Il Corano è la nostra Costituzione”: un rifiuto esplicito dei diritti fondamentali che stanno alla base della società occidentale. E’ evidente che un’associazione del genere non può trovare posto in Svizzera.

La Lega aveva ragione?

Sul finire del 2020, l’Austria ha dichiarato di voler mettere fuori legge l’islam politico. Che non è ancora terrorismo, ma costituisce però l’humus su cui il terrorismo prospera. Nel dicembre 2020 la Lega, tramite chi scrive, ha presentato una mozione al governicchio federale, in cui si chiede che la Svizzera segua l’esempio austriaco. L’atto parlamentare è ancora inevaso: tuttavia, e come poteva essere diversamente, i camerieri bernesi dell’UE propongono di respingere la proposta. Penosi!

Del resto a Berna i politicanti triciclati addirittura rifiutano, e da anni, di vietare i finanziamenti esteri alle moschee. Eppure è conclamato che questi soldi – si tratta di svariati milioni ogni anno – servono a foraggiare chi diffonde la radicalizzazione nel nostro Paese.

Per essere precisi: nel settembre 2017 a risicata maggioranza il Consiglio nazionale accolse una mozione che chiedeva il divietosopra citato, presentata da chi scrive. Ma, alcuni mesi dopo, i soldatini in Consiglio degli Stati pensarono “bene” di spazzare via tutto. Dopodiché, nessun altro tentativo in questo senso ha ottenuto risultati. Senonché tre anni dopo, quindi nel maggio scorso, il CF ha annunciato che, su richiesta della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (sic!) intende esaminare il tema dei finanziamenti esteri alle moschee in un rapporto. Ma guarda un po’! Vuoi vedere che i politicanti della Camera alta saranno costretti ad ammettere che la Lega aveva ragione?

Mozione leghista in arrivo

Intanto che a Berna ci si perde in pippe mentali, l’Austria si muove. Dopo l’annuncio del divieto dell’islam politico a fine 2020, il 27 maggio scorso Vienna ha presentato una “mappadell’islam”. In altre parole, il governo austriaco ha pubblicato una lista in cui si trovano i nomi di oltre 600 moschee ed associazioni musulmane, i loro indirizzi, i nomi dei responsabili e – dove ci sono – i legami con l’estero. La “mappa”  è il risultato della collaborazione tra l’Università di Vienna ed il centro di documentazione sull’islam politico.

Inutile dire, ma tu guarda i casi della vita, che alle nostre latitudini la sempre più asservita ed appiattita stampa di regime non ha emesso neppure un flebile cip a proposito di questa interessante iniziativa. Chiaro: bisogna IMBOSCARE in nome del politikamente korretto! Si dà spazio solo al pensiero unico!

E’ ovvio che la Lega, oltre alla messa fuori legge dei Fratelli musulmani, chiederà a Berna anche la pubblicazione di una mappa dell’islam analoga a quella creata a Vienna. Ci mancherebbe anche che noi non potessimo prendere le stesse iniziative di uno Stato membro UE. E su certi temi, sia l’Austria che la Danimarca hanno dimostrato di essere molti passi avanti rispetto a noi.

Darsi una mossa

Del resto, agire è urgente. Perché il Dipartimento di giustizia guidato dalla liblab Karin Keller Sutter (KKS, pronuncia Ka-Ka-eS), imbesuito dal multikulti, è in letargo perenne. Non ha neppure dichiarato fuori legge il sedicente Consiglio centraleislamico della Svizzera (CCIS). Malgrado i suoi vertici (l’improponibile Nicholas Blancho e compagnia brutta) siano stati condannati in sede penale per propaganda a favore dello Stato islamico. E malgrado perfino il politikamente korrettissimo social twitter (quello che ha bannato Donald Trump) gli abbia chiuso l’account. Sveglia!

Lorenzo Quadri