Esplosivo articolo del quotidiano italiano “Libero” – la decisione secretata della CRP

La SEM, Segreteria di Stato della Migrazione, blocca la naturalizzazione di Jelassi: “Riteniamo che costituisca una compromissione duratura della sicurezza della Svizzera”

Il quotidiano italiano Libero, sull’edizione di giovedì, riporta una notizia decisamente interessante per noi. Interessante e preoccupante. La notizia è stata ben presto ripresa da alcuni portali del Belpaese. Per contro, ma tu guarda i casi della vita, la stampa di regime di questo sfigatissimo Cantone l’ha censurata con il massimo impegno. Malgrado l’evidente interesse pubblico.

La posizione della SEM

Ma procediamo con ordine. Libero riferisce che all’imam di Viganello, il tunisino Samir Radouan Jelassi, è stata negata la cittadinanza svizzera.

Quali i motivi del diniego? Il possibile coinvolgimento dell’imam in attività di terrorismo islamico.

Scrive infatti la SEM (Segreteria di Stato della migrazione) che, nel corso delle verifiche effettuate nell’ambito della concessione della cittadinanza, “sono emersi indizi concreti che dimostrano un presumibile coinvolgimento (dell’imam) nell’ambito del terrorismo islamico”. In particolare, che quest’ultimo “intratterrebbe legami con islamisti radicali o con persone sospettate di partecipare ad attività legate al terrorismo islamico (…). Risulta inoltre che alcuni membri della “Lega dei Musulmani in Ticino”, così come alcuni visitatori della Moschea di Viganello, si sarebbero radicalizzati divenendo combattenti della Jihad.  Va inoltre rilevata una mancanza di cooperazione nell’ambito di inchieste antiterrorismo” come pure nel fornire indicazioni circa i finanziamenti esteri di cui beneficia la moschea di Viganello.

La SEM ritiene inoltre che l’imam di Viganello costituisca “una compromissione duratura della sicurezza del Paese, in particolare a fronte della sua funzione di guida spirituale”, e che “intrattenga relazioni, sia in Svizzera che all’estero, con persone in fase di radicalizzazione, già radicalizzate o che sono diventate combattenti della Jihad”.

 L’imam denuncia la SEM

Per chiarezza: quanto sopra è la posizione della SEM, non una sentenza definitiva. Sta all’imam Jelassi fornire spiegazioni sugli addebiti che gli vengono mossi.  Invece, scrive Libero, “Jelassi va al contrattacco e presenta una denuncia penale presso il Ministero pubblico della Confederazione (MpC) nei confronti di ignoti funzionari della SEM e del Servizio delle attività informative della Confederazione per diffamazione, calunnia, ingiuria ed abuso di autorità”.Il patrocinatore dell’imam di Viganello è Paolo Bernasconi: il distributore nottetempo di finti giornali di insulti ai leghisti nonché animatore (?) dello scomparso gruppuscolo di moralisti a senso unico “BrutTicino”.

Tuttavia, scrive sempre Libero, il MpC respinge la denuncia con un non luogo a procedere. Jelassi impugna la decisione presso la Corte dei reclami penali (CRP) la quale, con sentenza del 4 ottobre scorso, conferma il non luogo a procedere, ponendo a carico del reclamante 2000 Fr di spese di giustizia.

Decisione secretata

A questo punto scatta l’operazione-bavaglio. Ovvero: l’imam, per il tramite del suo avvocato, chiede che la sentenza del 4 ottobre della CRP venga messa sotto embargo. Quindi, che sia vietato renderne noti i contenuti. Il segretariato del Tribunale penale federale (TPF) però, il 25 ottobre, accoglie la richiesta solo parzialmente. Ennesimo ricorso, questa volta al Tribunale  federale che, il 29 ottobre, ordina l’embargo fino ad una decisione definitiva: “i giornalisti accreditati al TPF non potranno quindi divulgare (…) l’esistenza (!) ed il contenuto della decisione (della CRP)  del 4 ottobre”.

Tuttavia, embargo o non embargo, segreto o non segreto, l’esistenza della decisione della CRP ed il suo scottante contenuto non solo sono filtrati all’esterno, ma hanno addirittura varcato i confini, approdando nella redazione del quotidiano Libero. E, in seguito, in quella del Mattino.

E’ evidente che si tratta di notizie preoccupanti. Tanto più che (ricorda sempre Libero) “persone radicalizzate come Abderrahim Moutarrik, ovvero il pugile della Jihad che si allenava a Canobbio, il suo presunto reclutatore turco, e pure Oussama Kachia, il foreign fighter marocchino residente a Varese e morto in Siria, frequentavano la moschea luganese”.

La Lega interroga il Municipio

La Lega dei Ticinesi venerdì si è rivolta al Municipio di Lugano. Tramite interrogazione sottoscritta dai Consiglieri comunali Rodolfo Pulino, Boris Bignasca e Gianmaria Bianchetti, il Movimento, prendendo spunto dall’articolo di Libero, rivolge una serie di quesiti all’Esecutivo.

Viene chiesto in particolare: a che punto è la domanda di naturalizzazione di Jelassi a livello comunale? Il Municipio era al corrente del rifiuto della SEM di accordargli la cittadinanza svizzera? Di che tipo di permesso dispone attualmente l’Imam di Viganello per risiedere nel nostro Cantone? Ci sono su territorio di Lugano luoghi di culti islamici vicini a correnti radicali o fondamentaliste? Sono monitorati? Il Municipio ritiene di dover intervenire, e sì come?

Domande inquietanti

In generale, la vicenda pone una serie di inquietanti quesiti.

Primo. Il dilagare dell’estremismo islamico nelle moschee svizzere. Un fenomeno, manifesto Oltregottardo (vedi la maxi-operazione antiterrorismo dei giorni scorsi, che ha portato al fermo di 11 persone), che non risparmia il nostro Cantone. O qualche buonista-coglionista multikulti si immaginava che fossimo un’isola felice? Che da noi queste cose non succedessero perché i musulmani presenti in Ticino “sono tutti brava gente, e chi sostiene il contrario è un becero razzista ed islamofobo”? Campa cavallo!

Secondo. Il ruolo cardine nella diffusione di ideologie jihadiste in casa nostra dei finanziamenti esteri alle moschee. Quei finanziamenti che però la partitocrazia PLR-PPD-P$$, come pure i camerieri dell’UE in Consiglio federale, si rifiutano ostinatamente di vietare! Vergogna!

Terzo. Il Ministero pubblico della Confederazione nella sua decisione scrive che Jelassi “non sarebbe stato collaborativo nel corso degli interrogatori eseguiti dal Servizio delle attività informative della Confederazione, in quanto non avrebbe agito né cooperativamente né in modo trasparente (…) le sue esitanti risposte lasciano dubbi sul fatto che volesse nascondere qualcosa con riferimento alle reti islamiste attive nella moschea”.  Libero si stupisce che l’imam, stando così le cose, non venga espulso. Noi, conoscendo i nostri polli, non ne siamo troppo sorpresi.

Quarto. Deplorevole, per quanto prevedibile, l’atteggiamento della stampa di regime: malgrado l’evidente interesse pubblico della vicenda, non ha scritto un cip! Alcuni portali hanno riportato (non avendo scuse per censurarla) l’interrogazione della Lega al Municipio. Non fosse stata presentata, il silenzio sul caso sarebbe stato totale e tombale. Ohibò: PAURA dell’imam e/o del suo avvocato? Eccola qua, l’informazione “libera” (ah ah ah) di questo sfigatissimo Cantone! Inutile dire che, quando un leghista viene sospettato di un qualsiasi reato, o anche solo di atteggiamento discutibile, viene pitturato in prima pagina con tanto di gigantografia. Altro che embarghi, altro che silenzio stampa!

Quinto: qualche anno fa, i dirigenti del Partito $ocialista di Lugano si fecero fotografare tutti orgogliosi nella moschea di Viganello, assieme all’imam, rivendicando (testuale): “più luoghi di culto per i musulmani e basta populismo islamofobo!” (vedi fototesto a lato). I commenti li lasciamo ai lettori.

Lorenzo Quadri