Quando si tratta di vignetta autostradale a 100 Fr, la parola d’ordine sembra essere diventata ricatto.
In effetti, per convincere i cittadini elvetici a votare a favore della vignetta “deluxe”, la ministra dei trasporti Doris Leuthard ed i suoi portaborse non sembrano disporre di argomenti diversi dal ricatto, oltretutto pure malgestito.
Il primo ricatto riguarda il collegamento A2-A13, opera infrastrutturale necessaria da anni. Leuthard dichiara che, se non passa la vignetta, il collegamento non si farà.
Qui i conti non tornano: o un’opera è necessaria, o non lo è. Non si può mercanteggia un collegamento autostradale come se fosse una caramella ad un bambino: se fai il bravo te la do, altrimenti te la scordi. Soprattutto non ci si può in nessun caso permettere di ricattare il Ticino sugli investimenti necessari, e questo dopo che il nostro Cantone già è stato esposto alle devastanti conseguenze della libera circolazione delle persone, alle rapine nei premi di cassa malati, ed ora si ritroverà un nuovo centro asilanti a Losone, che diventerà di conseguenza come Chiasso, con buona pace del rilancio turistico e della qualità di vita degli abitanti.
Nel resto della Svizzera gli investimenti infrastrutturali semplicemente si fanno. Mica li si fa coincidere con aumenti del costo della vignetta o di altri balzelli. Non si vede allora perché il Ticino, per l’ennesima volta, dovrebbe venire discriminato.
Ma ecco che, nel bel mezzo delle elucubrazioni, si scopre che il ricatto è un bluff. Rispondendo durante l’ora delle domande in Consiglio nazionale, Leuthard ha dichiarato che il collegamento A2-A13 non è comunque una priorità. Il che in politichese significa che non lo vedremo per un pezzo: vignetta a 100 Fr o non vignetta a 100 Fr.
E allora cosa succede? Smascherato il ricatto numero uno, Leuthard passa al ricatto numero due, formulato nei giorni scorsi: se non aumenta la vignetta, aumenterà la benzina. Anche qui tuttavia l’inganno dura poco. In effetti, il Consiglio federale la benzina la vuole aumentare comunque. La realtà è che nelle intenzioni bernesi l’automobilista verrà alleggerito due volte: una prima volta con la vignetta a 100 Fr, la seconda con l’aumento della benzina. Questo mentre miliardi di franchi, attinti dalle tasche degli automobilisti, e che dovrebbero servire per la strada, vengono invece utilizzati per il pozzo senza fondo della ferrovia.
Bisognerebbe anche ricordare che la vignetta autostradale nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere temporanea. Invece ora, ben lungi dall’abolirla, si pretende invece un rincaro del 150% in un colpo solo. Si potrà dire che 60 Fr in più all’anno sono due franchi al mese e quindi non un dramma. Sarà. Ma anche i principi valgono ancora qualcosa, e non si può semplicemente accettare che l’automobilista venga sempre più criminalizzato e tartassato con nuovi balzelli. E’ a questa perversa tendenza, tutta ideologica, che occorre dire basta.
E il rincaro del 150% è solo una parte del problema. Se i cittadini svizzeri si possono forse permettere di pagare 60 Fr in più all’anno per l’utilizzo delle strade nazionali, quelli di oltreconfine non si sognano di farlo. Sicché frontalieri, padroncini, ma anche turisti di giornata e frequentatori del foxtown, per non pagare la vignetta “deluxe” semplicemente non useranno l’autostrada, andando da intasare le strade cantonali e comunali. Un problema ben reale. Anche le autorità italiane ammettono che andrà a finire così. L’allarme a Berna è stato lanciato ripetutamente. Tutte le volte la risposta è stata un njet. E allora, il prossimo 24 novembre, diciamo anche noi njet alla vignetta a 100 Fr, che farà solo danni senza portare alcun beneficio. Infatti non assicurerà la realizzazione del collegamento A2-A13 e neppure eviterà il rincaro della benzina.
Lorenzo Quadri