Caos sulle quarantene, frontiere spalancate, comunicazioni sballate, e sui test gratis…
I frontalieri entrano liberamente in Svizzera, senza uno straccio di controllo né di quarantena, anche se prima sono stati in vacanza in Sudafrica. Invece i cittadini elvetici, vaccinati e guariti compresi, se sono andati in un paese UE (Italia compresa) al di fuori della fascia di confine, devono farsi testare per poter rientrare a casa propria!
Kompagno Berset, ma ci sei o ci fai?
Il “ministro dei flop” kompagno Alain Berset continua con le cappellate. L’approvazione in votazione popolare domenica scorsa di alcune modifiche della Legge covid non significa certo che il governicchio federale ed i burocrati ro$$i dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) abbiano gestito bene la pandemia da stramaledetto virus cinese. Le modifiche sono state accettate perché:
1) si tratta di aiuti supplementari, o prolungamento di aiuti, a lavoratori ed aziende messi in difficoltà dalle politiche del CF ostaggio della $inistra chiusurista; e
2) il covid pass è meno peggio dell’alternativa, ossia il lockdown.
Per questi motivi, anche la Lega ha votato Sì.
Politichetta
Fino a domenica scorsa il governicchio federale, malgrado l’aumento dei contagi, non ha preso provvedimenti. E’ stata ovviamente una scelta dettata dalla politichetta. Il kompagnoBerset temeva di compromettere l’esito della votazione. Ed infatti, a nemmeno 48 ore dal responso delle urne, i camerieri bernesi dell’UE si sono trovati in riunione straordinaria (uella!) per decretare le nuove misure che entreranno in vigore da domani.
Avviso ai naviganti
Il CF, il kompagno Berset ed i burocrati ro$$i dell’UFSP devono stamparsi in testa un concetto molto chiaro e semplice. Di decretare nuove chiusure generalizzate di attività economiche (lockdown), che andrebbero a colpire anche i vaccinati, non se ne parla nemmeno. Nuove varianti o non nuove varianti.
Un ulteriore confinamento – che, come abbiamo visto lo scorso anno in questo periodo, non dura due settimane ma 4 MESI – sarebbe insostenibile sotto ogni punto di vista: economico, sociale, umano. La parola lockdown va semplicemente cancellata dal vocabolario (in quello italiano neppure esiste). E’ chiaro il messaggio o ci vuole un disegno?
I no vax rumoreggiano ma, come si è visto dall’esito della votazione di domenica, sono chiaramente in minoranza. Se a qualcuno dovesse venire la malsana idea di decretare un altro confinamento, a scendere in piazza non saranno solo i no vax, ma anche i vaccinati, ovvero la maggioranza finora silenziosa. E non esiste che chi si è vaccinato, e quindi “ha fatto i compiti”, finisca un’altra volta “chiuso in casa come un sorcio” (cit. Burioni) per colpa di chi non ha voluto farli.
Fare capolino
Le misure in vigore da domani (estensione dell’obbligo di mascherina e – per alcune attività – del certificato covid; riduzione della durata di validità dei test a 24 ore; possibilità, per gli organizzatori di eventi, di introdurre il 2G; home office raccomandato) sono digeribili. L’obiettivo imperativo è evitare un altro confinamento. E quindi le misure devono andare in questa direzione. Il famigerato 2G che comincia a fare capolino ha sostanzialmente due obiettivi: 1) spingere chi ancora non si è vaccinato a farlo e 2) tutelare da un contagio e da un possibile decorso grave i non vaccinati. Il testato negativo è sano, ma non è protetto dagli anticorpi. Se entra in contatto con vaccinati asintomatici, la frittata è fatta. Il vaccino, è bene ripeterlo, non rende immuni dallo stramaledetto virus cinese. Anche i vaccinati possono contagiare e contagiarsi. La differenza sta nel decorso.
Venditori di fumo
Proprio a tal proposito il governicchio federale ed i suoi burocrati hanno commesso una monumentale cappellata. Hanno infatti lasciato credere (per rendere più appetibili le punture?) che ai vaccinati non sarebbero più servite mascherine, distanziamento sociale, disinfezione delle mani, eccetera. Le cose non stanno così. Queste misure “di base” vanno mantenute. Colmo dei colmi: aPalazzo federale, con l’introduzione del covid pass, sono state smontate le protezioni in plexiglas, costate decine di migliaia di franchi. La Lega aveva detto subito che levarle era un’idea del piffero. Infatti da domani saranno di nuovo in posizione.
Sempre in ritardo
Il kompagno Berset ha inoltre toppato alla grande sulla dose di richiamo. Quando in altri paesi già si stava inoculando a raffica, da noi i burocrati ancora disquisivano sui massimi sistemi. Intanto il tempo è passato. E’ tornato il freddo. I contagi hanno ripreso vigore. E una parte della popolazione – in particolare quella più anziana e quindi più a rischio, che per questo motivo è stata vaccinata prima – non è più adeguatamente protetta. Geniale!
Svizzeri discriminati
Per non parlare dei pasticci sulle quarantene per chi arriva da paesi a rischio. Il governicchio federale le ha revocate pochi giorni dopo averle decretate. Chiaro: in Svizzera “devono entrare tutti”! Altri paesi, per contro, i confini li tengono ben chiusi.
Al posto delle quarantene, il CF ha introdotto improbabili obblighi di test, anche per vaccinati e guariti.
Naturalmente – e come al solito – per le regioni di confine non è previsto UN TUBO.
Fatto sta che da domani per salire su un aereo o su un bus diretti in Svizzera bisognerà mostrare un test PCR negativo (sempre che le aziende di trasporto applicheranno davvero la disposizione). Per salire su un treno o sulla propria auto, per contro, non occorre esibire alcun tampone negativo. I controlli, annuncia il governicchio federale, verranno svolti in dogana “a campione”. Certo, come no. Alle frontiere svizzere nessuno ha mai controllato alcunché da quando è iniziata la pandemia. Inoltre: a chi arriva in macchina o in treno (ad esempio) da Roma, basterà dire che vieneda Milano, da Torino o da Bolzano o dalla Valle d’Aosta (considerate regioni di confine) e il gioco è fatto.
Ma soprattutto, e qui i conti non tornano: uno svizzero che va vacanza in un paese europeo (che non sia una regione confinante) anche se vaccinato in teoria per poter rientrare a casa propria deve sottoporsi a test vari. Per contro, il frontaliere può essere stato anche in Sudafrica che gli svizzerotti non gli chiedono un bel niente! Ma il kompagno Berset ci è o ci fa?
Test gratuiti
Altra pescata delle maggioranze politiche: la reintroduzione dei test gratuiti decisa giovedì dal Consiglio nazionale. Questi test vanno svolti a ripetizione (la validità è stata abbassata a 24 ore). Un tampone costa come 20 vaccini. Sicché chi si è vaccinato dovrebbe pagare ai no vax i test per partecipare ad eventi o andare al ristorante. Così non solo si rischia di intasare i laboratori di analisi, ma si disincentiva l’immunizzazione: tanto ci si può testare all’infinito a spese del contribuente.
Aspettiamo di conoscere il costo dell’operazione.
Lorenzo Quadri