Reintrodurre quarantene e controlli ai confini. Che nessuno osi parlare di nuovi lockdown
Non ci voleva di certo il Mago Otelma per prevedere che anche in Svizzera l’obbligo di presentare il pass covid per accedere a bar, ristoranti, palestre, musei, cinema, teatri, eccetera sarebbe diventato un tema. Basta vedere cosa accade nei paesi a noi confinanti.
Il “green pass” si fa attuale perché i contagi, e soprattutto le ospedalizzazioni, salgono. Salgono tra i non vaccinati. Chi si è fatto immunizzare magari si contagia lo stesso – nessun vaccino protegge al 100% -; ma, se accade, il decorso è asintomatico o lieve, e quindi non porta ad ospedalizzazioni.
Si parla dunque di “pandemia dei non vaccinati”, anche se i numeri attuali sono comunque lontani da quelli di una pandemia.Inoltre, è ora di piantarla di fare terrorismo di regime sulla presunta “quarta ondata”: in Svizzera non è arrivata nemmeno la terza!
“Rientrano dai balcani”
Oltre a non essere vaccinati, i nuovi positivi al covid
sono in buona parte stranieri. Il 40% degli ospedalizzati si è inoltre contagiato all’estero. In particolare nell’Europa sud-orientale.
Nei giorni scorsi il TagesAnzeiger (quotidiano radikalchic!) titolava: “In ospedale ci sono molte persone che rientrano dai Balcani”.
In altre parole: a far circolare lo stramaledetto virus cinese in Svizzera sono cittadini balcanici che si sono recati al paese d’origine per le vacanze e sono tornati indietro contagiati. Ed evidentemente, al rientro, non fanno né test né quarantene.
Nei reparti covid degli ospedali elvetici gli stranieri sono sovrarappresentati. Questo è un dato di fatto. E va detto. Altro che cercare di imboscare in nome del politikamente korretto! Eppure il governicchio federale si è a più riprese rifiutato di fornire indicazioni sulla nazionalità degli ospedalizzati. Guai! Sarebbe “razzismo”!
Ma andate a scopare il mare!
Controlli ai rientri
Visto che i contagi arrivano dall’estero, è evidente che i camerieri dell’UE in Consiglio federale devono innanzitutto reintrodurre test e quarantene ai confini, prima di pensare di penalizzare i cittadini e l’economia svizzera! Ma forse qualche soldatino/a della partitocrazia, imbesuito/a dall’ideologia spalancatrice di frontiere, in un anno e mezzo non si è ancora reso conto che la prima cosa da fare in caso di pandemia è controllare chi entra nel Paese! Vero ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS)?
Tamponi
E’ inoltre corretto che da ottobre i tamponi non vengano più pagati dalla collettività. Ci mancherebbe che il solito sfigato contribuente, magari vaccinato, dovesse continuare a finanziare ad oltranza i test ai no vax (a meno che qualcuno non si sia potuto vaccinare per controindicazione medica).
Chi non ha voluto il vaccino (che è gratuito) se ne assumerà le conseguenze, anche finanziarie.
I datori di lavoro…
Per quanto attiene all’introduzione del “green pass” auspicata dal CF, occorre partire da un punto fermo: di decretare ancora chiusure e lockdown non se ne parla nemmeno. Chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno? Di conseguenza, eventuali nuove restrizioni non possono in nessun caso toccare chi si è vaccinato.
I datori di lavoro hanno inoltre un interesse diretto ed evidente ad aumentare il tasso di vaccinazione. Non solo per sventare chiusuredisastrose, ma anche per evitare le quarantene: chi è vaccinato non deve sottoporvisi. E i dipendenti in quarantena vanno pagati anche se stanno a casa.
Meglio il pass delle chiusure
L’estensione del pass covid non ci entusiasma di certo. Anche se la retorica della discriminazione è facile da ribaltare. Non è il “no vax” ad essere discriminato; sono i vaccinati a godere di maggiori libertà.
Ma una cosa è chiara: il “green pass” è meno peggio dei
lockdown o delle chiusure che colpirebbero tutti i cittadini ed avrebbero conseguenze economiche e sociali che definire “catastrofiche” è ancora un eufemismo. E poiché l’esperienza ha mostrato che il governicchio federale è ostaggio della $inistra chiusurista, da Berna ci possiamo solo attendere il peggio.
Tutti no vax?
In Ticino il 55% della popolazione è completamente vaccinato. Sopra la media nazionale (51.5%), ma comunque troppo poco. Tuttavia, non crediamo affatto che metà dei ticinesi sia “no vax” nel senso ideologico del termine. La grande maggioranza dei non vaccinati è semplicemente attendista. Come è avvenuto in Francia e nel Belpaese, è facile prevedere che lo spauracchio del “green pass” scatenerà una corsa alla vaccinazione. Che è una cosa positiva.
Lorenzo Quadri