Dopo la pantomima sugli spettatori di cinema e teatri, arriva la casta dei professori
Sullo stramaledetto virus cinese cominciano le derive circensi. La scorsa domenica il governicchio ha convocato una conferenza stampa per comunicare, sostanzialmente, il nulla. Ma nemmeno due giorni dopo i cinema ed i teatri si vedono piombare sul gobbo la direttiva secondo cui nelle sale ci possono stare al massimo 5 persone. Ed ecco che succede il “miracolo”. Improvvisamente i $inistrati con il posto di lavoro garantito a vita con o senza virus, quelli che vanno in giro a strillare che bisogna chiudere tutto (col risultato di far fallire il Cantone), si scoprono aperturisti. Vergogna, non si può fermare la cultura!, urlano a gran voce. Eh già , tutto il resto va chiuso e chissenefrega se va in malora; mentre gli operatori culturali, essendo in buona parte di $inistra, devono continuare a portare a casa la pagnotta.
Da quelle parti dunque non solo la morale e la legalitĂ sono a senso unico, ma pure le aperture/chiusure. Qui – tanto per restare in tema – ci vuole una standing ovation!
Una seconda standing ovation va al governicchio che prima decreta che in un teatro o in un cinema ci possono stare 5 persone, poi fa retromarcia e porta la capienza massima a 30. Sembra di stare ad una tombola (ormai vietate pure quelle). Quale sarĂ il prossimo numero estratto?
I professori pro-serrata
Visto che “the show must go on” (qualcuno direbbe: la farsa deve continuare) a metterci del loro arrivano anche dei “professori di economia”, naturalmente tutti di $inistra, che si esprimono a favore del lockdown. La proposta manda in brodo di giuggiole la RSI. Chiaro: da quando è iniziata la seconda ondata pandemica, tra una denigrazione di Trump e l’altra, l’emittente di regime fa propaganda chiusurista con i soldi del canone più caro d’Europa.
Siamo alle solite: la casta dei garantiti vuole mandare sul lastrico tutti gli altri. Particolarmente scandaloso che ancora si tenti di far passare la BUFALA del lockdown breve. Il lockdown breve NON ESISTE. Chiudere tutto vuol dire farlo per almeno due mesi. Ed è evidente che uno scenario del genere sarebbe insostenibile. Non solo dal profilo economico ed occupazionale, ma anche da quello umano e sanitario. Ma forse qualcuno trova intelligente aggiungere all’epidemia di virus cinese anche un’epidemia di depressioni e di suicidi (di gente finita sul lastrico che vede distrutto il lavoro di una vita).
Se i professori di economia di $inistra tifano per il lockdown, chi l’economia la fa davvero, e non si limita a blaterarne dall’alto dell’impiego statale garantito a vita, dice che altre chiusure generalizzate sarebbero il disastro. E su chi tra i due – quelli che mandano avanti la baracca e pagano gli stipendi, e quelli che montano in cattedra senza aver mai creato nemmeno un posto di lavoro – abbia piĂą credibilitĂ , non sussistono dubbi di sorta.
Sulle frontiere citus mutus
Fa poi specie che i grandi scienziati ro$$i che vogliono mandare in lockdown in Ticino non abbiano nulla da dire a proposito delle frontiere spalancate. E giĂ : noi stiamo qui a stracciarci le vesti per stabilire se in un cinema ci possono stare cinque persone o trenta o cinquanta. E intanto gli oltre 70mila frontalieri entrano tutti, in arrivo da Como e da Varese dove (soprattutto a Varese) i contagi sono esplosi e sono un multiplo di quelli giĂ alti che si registrano da noi!
PerchĂ© i grandi economisti da premio Nobel, quelli del “chiudiamo tutto ancora una volta che tanto San Gennaro provvederà ” non dicono nulla sui transiti transfrontalieri? PerchĂ© non dicono che – per ridurre i movimenti e quindi i contagi –  almeno i 45mila frontalieri che lavorano nel settore terziario, e che non rispondono ad alcuna necessitĂ del Ticino, devono restare tutti a casa loro?
La risposta è ovvia: gli eccelsi luminari sono di $inistra e quindi… frontiere spalancate über Alles! “Il virus non si ferma ai confini”, come cianciava in marzo il kompagno Berset! Certo, perché il virus va in giro per conto proprio, con il sacco sulle spalle!
O vuoi vedere che, per appiattire la curva dei contagi, bisogna limitare tutti gli spostamenti, ma quelli che interessano la ramina fanno eccezione perché il permesso G garantisce l’immunità dal covid? Ma allora il famoso vaccino anti virus cinese è a base di permessi G?
Magari è giunto il momento di cancellare qualche cattedra universitaria in esubero, così si risparmia. E di risparmiare, lo Stato ne avrà urgente bisogno.
Visto poi che nel breve termine tanti svizzeri non avranno nemmeno più gli occhi per piangere, si potrebbe anche chiudere la SSR e destinare il canone Serafe (oltre 1.2 miliardi di franchi all’anno) ad aiutare tutti i cittadini  elvetici finiti sul lastrico a causa del lockdown. Troppo comodo invocare le chiusure quando si sa che del proprio si rischia zero.
Lorenzo Quadri