“Se la Svizzera avesse chiuso le frontiere per tempo, non sarebbe servito il lockdown”

Nei giorni scorsi, sul portale mittellaendische.ch, è stato pubblicato un articolo estremamente interessante, scritto dal Professor Dr Paul Robert Vogt. L’articolo è in tedesco e di lunghezza chilometrica. La sua lettura, dunque, non è alla portata di tutti. Chi però ha la possibilità di farlo, lo legga, almeno in diagonale: ne vale la pena.

Durissimo “j’accuse”

L’autore, lo si sarà capito, non è esattamente il Gigi di Viganello. E’ uno scienziato che da 20 anni intrattiene collaborazioni di livello universitario con la Cina. Il suo articolo è un durissimo “j’accuse” su come i camerieri dell’UE in Consiglio federale e gli infettivologhi di regime (a cominciare dall’inquietante Daniel Koch, il sosia della Morte nel film “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman) hanno gestito l’emergenza coronavirus.

Tutti si sciacquano la bocca con l’imprevedibilità della pandemia ma, secondo lo scienziato, essa era tutt’altro che imprevedibile. Nel 2003 c’è stata la Sars. Nel 2012 la Mers. Negli anni 2013, 2014, 2015 e 2019, vari studi hanno ammonito a più riprese sul rischio di una pandemia mondiale da coronavirus.

Ma non si è fatto nulla.

In due mesi…

Dal 31 dicembre 2019 la situazione cinese era ufficialmente nota. Due mesi prima che i primi casi di contagio da Covid 19 si manifestassero in Svizzera. E cosa ha fatto la sanità elvetica, quella che costa 85 miliardi all’anno, quella dai premi di cassa malati stellari che sempre meno cittadini si possono permettere? Un tubo. In due mesi non è riuscita nemmeno a procurarsi un quantitativo sufficiente di mascherine, di disinfettante e di materiale medico.

“Portare le mascherine – scrive il Prof Vogt – è stato indicato come non necessario, ma non perché la loro efficacia non sia dimostrata. No, semplicemente perché non c’erano, e non ci sono, abbastanza mascherine per tutta la popolazione. Ci sarebbe da ridere, se non fosse tragico”.

Non è andata meglio con il disinfettante. Al più tardi dal 6 febbraio, si sapeva perfettamente quali disinfettanti fossero adatti ad eliminare il maledetto virus e quali no. Un prodotto efficace deve contenere dal 62% al 71% di etanolo. Ma si è taciuto. Perché? Sempre perché non c’erano sufficienti scorte a disposizione.

Le FRONTIERE

In dicembre l’Uzbekistan ha ritirato i suoi 82 studenti presenti a Wuhan e li ha messi in quarantena.

Dalle nostre parti, chi diceva che i viaggiatori in arrivo dalla Cina – cinesi o europei che fossero, non importa – andavano messi in quarantena, veniva infamato dagli spalancatori di frontiere, che strillavano al razzismo.

Già, le FRONTIERE. L’illustre studioso – poco sospetto di essere un becero leghista, populista e razzista – non le manda a dire: “La Svizzera non ha chiuso le frontiere, non ha introdotto controlli ai valichi. Tutti hanno potuto entrare liberamente. E’ stata l’Austria a chiudere i confini con la Confederazione e l’Italia a fermare i treni delle FFS al confine”.

Altro che sciacallaggio!

Le  autorità elvetiche hanno permesso che la popolazione venisse impestata per poi prendere misure draconiane quando i buoi erano già fuori dalla stalla.

Si fosse agito per tempo alle FRONTIERE, magari non ci sarebbe stato bisogno di “lockdown” vari. Invece, quando “qualcuno” chiedeva di chiudere le frontiere, politicanti e burocrati della casta strillavano allo sciacallaggio e alle “proposte da tarati” (vero Mauro Dell’Ambrogio?)  che avrebbero “danneggiato l’economia”. Capita l’antifona?

La casta è così imbesuita dal sacro dogma del “devono entrare tutti”, così patologicamente ossessionata dall’odio nei confronti dei sovranisti che, pur di non dar loro ragione anche quando ne hanno da vendere, ha reso la Svizzera (ed il Ticino in particolare) uno dei paesi più devastati dal maledetto virus. Ma la libera circolazione delle persone non si mette in discussione nemmeno sotto tortura!

Faremo i conti

Il governicchio federale ed i suoi manutengoli hanno delle pesantissime responsabilità davanti alla popolazione. Passata l’emergenza sanitaria, si faranno i conti. Eccome che si faranno!

Colmo dei colmi: gli stessi politicanti che hanno rifiutato di  CHIUDERE LE FRONTIERE in nome di presunti interessi economici, adesso – per farsi campagna elettorale sfruttando il virus – lanciano gli appelli per proseguire ad oltranza con il lockdown, che è ben  più dannoso  per l’economia delle misure ai confini. Ricordarsi della partitocrazia eurolecchina quando quest’ultima tornerà ad elemosinare voti per conservare le bramate cadreghe!

Lorenzo Quadri