Il “medico italiano” del PLR rottama la neutralità nel (vano) tentativo di darsi lustro
Il « medico italiano » del PLR (cit. Corriere della Sera) ha messo a segno l’ennesima cappellata. Ossia la visita “a sorpresa” a Kiev, tenuta nascosta fino all’ultimo momento. Come si fa quando si vuole fregare qualcuno.
Ormai si può solo sperare che gli ultimi due mesi dell’anno presidenziale di Cassis passino in fretta.
La trasferta in Ucraina non ha alcuna utilità. Al massimo può servire 1) al Cassis a mettere fuori la faccia e 2) a fornire l’ennesima, deleteria conferma che la Svizzera non è più neutrale.
E il presidente ucraino Zelensky ha amplificato il danno certificando che la neutralità svizzera ormai è solo un lontano ricordo: ha ringraziato per la visita “i veri amici dell’Ucraina” aggiungendo che “non è possibile rimanere neutrali” nelle attuali circostanze.
Nel frattempo…
E intanto che il “medico italiano” in campagna elettorale permanente fa il turista in Ucraina, i burocrati del suo dipartimento – a partire dalla segretaria di Stato Livia Leu, caponegoziatora con l’UE – vanno a Bruxelles a promettere che gli svizzerotti pagheranno agli eurobalivi contributi di coesione ricorrenti! Ma sa po’?
L’unico dossier importante del Dipartimento Cassis è quello dei rapporti con la DisUnione europea. E la Svizzera continua a rimanere fregata. Ma il “medico italiano” del PLR pensa ai viaggi a sorpresa in Ucraina.
Altro che neutralità
Già la presidenta del consiglio nazionale, la verde-anguria Irène Kälin (Irène chi?) nei mesi scorsi era andata a Kiev per gonfiarsi l’ego, malgrado il viaggio fosse stato sconsigliato da tutti. Ma in quel caso si trattava dell’iniziativa personale di una politichetta che conta come il due di briscola. Qui è un po’ diverso. Il KrankenCassis ha aderito in tempo di record a tutte le sanzioni-boomerang decretate contro la Russia riprendendole con il copia-incolla; ha messo in scena la pantomima della videochiamata a Zelensky in Piazza federale; ha voluto assolutamente tenere un’inutile conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Lugano che è costata almeno 8 milioni (non ci sono ancora i consuntivi) e alla quale hanno partecipato solo scartine; e adesso pure l’inutile visita a Kiev. Nemmeno i premier dei paesi NATO si spingono così in là! Però ha il coraggio di sostenere che la Svizzera sarebbe ancora neutrale? Ma non facciamo ridere i polli!
Giustificazione ridicola
La trasferta a Kiev non ha uno straccio di motivo plausibile. Le argomentazioni addotte per la visita non stanno in piedi. “Farmi un quadro della guerra, della situazione umanitaria e dei lavori preparatori per la ricostruzione del paese”, ha dichiarato Cassis. La fase di “ricostruzione” appare purtroppo assai lontana. Quanto al “farsi un quadro della situazione”: questa frase un presidente la può dire, ad esempio, quando visita una località svizzera colpita da un evento naturale. Ma per informarlo sulla situazione in Ucraina ci sono le rappresentanze diplomatiche, profumatamente pagate con i soldi del contribuente.
Si ricorda che il KrankenCassis ha tentato di annullare la neutralità svizzera commutandola nella “neutralità cooperativa”, che è una contraddizione in termini. Il tentativo è abortito. Ma il “medico italiano” del PLR si comporta come se il suo concetto fosse stato plebiscitato.
Irrilevanza totale
Non sapendo più da che parte voltarsi per difendere il loro indifendibile ministro degli Esteri, i soldatini dell’ex partitone sono riusciti ad affermare che “la Svizzera deve discutere con le due parti”. Non risulta che Cassis dopo essere stato a Kiev sia passato per Mosca. Quindi siamo davanti all’ennesima iniziativa contraria alla neutralità. E’ incredibile che l’unico a svolgere un ruolo di mediazione nella guerra in Ucraina sia il despota turco islamista Erdogan. Mentre la Svizzera – con i suoi 200 anni di neutralità, con la sua reputazione diplomatica – è ormai ridotta alla più totale irrilevanza. Un’inutile vocina che strilla nel coro. Per questo possiamo ringraziare l’inettitudine dei suoi sgovernanti. Se poi con queste iniziative il “medico italiano” pensa di promuovere (?) la propria immagine a livello internazionale, e di rafforzare così (?) la propria posizione in patria, ha fatto male i conti. Infatti non gli servirà a niente. Se, dopo le prossime elezioni federali, l’ex partitone perderà un seggio nel governicchio a vantaggio dei Verdi-anguria, a restare a casa sarà senza dubbio Cassis.
Sabotare la neutralità della Svizzera per i propri interessi di cadrega è, evidentemente, inaccettabile. Ed è anche ora di darci un taglio con il mantra decotto della neutralità “che non significa indifferenza”. Neutralità non può nemmeno significare “non neutralità”.
Iniziativa indispensabile
Per fortuna a breve partirà l’iniziativa popolare per il ritorno alla neutralità integrale. Lo svantaggio è che i tempi di un’iniziativa popolare sono lunghi. Tra il momento del lancio e quello dell’applicazione passano 5-6 anni (se non di più). Ma, se l’iniziativa verrà approvata dal popolo – cosa di cui non dubitiamo – la Svizzera potrà davvero tornare ad essere un paese neutrale. Adesso lo è solo nei blabla dei politicanti triciclati che si parlano addosso tra loro pensando di fare fesso il popolazzo.
Lorenzo Quadri