Quadri: “Cassis confermato, non promosso. E la provenienza cantonale ha contato zero”
Per settimane i media hanno montato la panna sull’assalto (?) della presidenta dei Verdi-anguria (verdi fuori, ro$$i dentro) Regula Rytz alla cadrega del liblab italo-svizzero KrankenCassis. Ma mercoledì mattina, il ministro degli Esteri è stato rieletto al primo turno, con 145 voti contro gli 82 di Rytz. Ne abbiamo parlato con il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri.
Mercoledì mattina c’era suspense in aula?
Per nulla. Che Rytz non sarebbe andata da nessuna parte era chiaro fin dall’inizio. Rytz sarebbe potuta passare solo con il sostegno del PPD “ago della bilancia”. Ma era impensabile che i PPD votassero per l’estromissione di un ministro del partito alleato PLR, dopo tanti discorsi sul “centro” politico e congiunzioni di liste tra i due partiti. Un simile voto avrebbe polverizzato quello che ancora resta del centro. Di conseguenza, la presunta sfida era una semplice montatura dei media per fare audience ed avere qualcosa da scrivere. Intanto i Verdi si sono fatti ulteriore propaganda. Ma per loro l’operazione rischia di trasformarsi in un boomerang, poiché hanno dimostrato avidità di potere ed incoerenza.
Perché incoerenza?
L’Udc è stata sottorappresentata in Consiglio federale per varie legislature. I Verdi non hanno mai avuto nulla da eccepire, anzi. Però, sulla scorta del risultato di una sola elezione, ed oltretutto non dovuta a meriti propri ma all’onda eco-isterica alimentata dai media di regime, i Verdi pretendevano una cadrega governativa. Inoltre, proprio la $inistra che continua a sciacquarsi la bocca con le minoranze, voleva far saltare il seggio della minoranza italofona. Perché occupato da un uomo, e questo per la sinistra sessista è un handicap (altro che parità). Dunque per i rossoverdi le cadreghe vengono molto prima delle minoranze.
Mercoledì ha vinto la Svizzera italiana?
No di certo. Ha vinto la logica del meno peggio. Che la verde-anguria Regula Rytz, posizionata a sinistra della sinistra, non sia stata eletta in Consiglio federale, è un bene per la Svizzera ed anche per il Ticino. Una Sommaruga-bis in CF – pro-UE, spalancatrice di frontiere e bramosa di saccheggiare le sempre più magre tasche dei cittadini con eco-tasse ed eco-balzelli in nome dell’isterismo climatico – era proprio l’ultima cosa di cui avevamo bisogno.
Tentare tuttavia di spacciare la conferma di Cassis come una vittoria della Svizzera italiana è ridicolo. L’italianità con questa elezione c’entra zero. E’ stata invocata a più riprese perché tornava comodo per squalificare ulteriormente il tentato – e miseramente fallito – assalto cadregaro verde (“gauche-fauteuil”). Ma se qualcuno pensa che l’assemblea federale sia improvvisamente diventata pro-Ticino, prende un enorme granchio. Cassis non è stato rieletto perché ticinese. E’ stato rieletto perché le sue posizioni sono “meno peggio” di quelle di Rytz e perché la maggioranza non voleva, a ragione, un’esponente dell’estrema sinistra in Consiglio federale.
L’assemblea federale ha voluto mostrare apprezzamento per Cassis?
No. Vale quanto sopra. E’ stata un’elezione dettata unicamente dalle aree politiche dei contendenti. Se al posto di Cassis ci fosse stato il Gigi di Viganello, avrebbe vinto il Gigi di Viganello. Il PLR ticinese, alla disperata ricerca di appigli per risollevare il morale delle truppe, tenta di far passare la scontata riconferma di Cassis come una sua vittoria. Ma ciò è ben lontano dalla realtà.
Il fatto che la Deputazione ticinese non sia stata compatta nel votare Cassis è un problema?
Cassis al Ticino non porta nulla. Eleggere un Consigliere federale solo in base all’appartenenza geografica, e non alle posizioni politiche, è puro autolesionismo. In questo caso è un bene per il Ticino che Cassis sia stato confermato perché l’alternativa era peggiore. Ma, se Cassis fosse stato di Sciaffusa e Rytz ticinese, anche in quel caso per il Ticino il meno peggio sarebbe stato Cassis.
Sta di fatto che il partito dei Verdi non ha un seggio in Consiglio federale mentre il PLR, con due posti, risulta sovrarappresentato. Ciò è poco coerente con l’esito delle elezioni del 20 ottobre.
Se si vuole che la composizione del Consiglio federale rispecchi da subito l’esito delle elezioni, allora bisogna fare eleggere il governo dal popolo. La Lega era favorevole, mentre la sinistra si è opposta categoricamente, strillando al populismo. La votazione popolare ha confermato il sistema attuale. Troppo facile tentare adesso di cambiare le carte in tavola.
C’è chi ora rilancia la proposta del Consiglio federale di 9 membri per includere anche i Verdi.
Spero che nessuno vorrà prendere sul serio una simile boiata, che risponde unicamente alla squallida logica dell’ “aggiungi un posto a tavola”. Perché, già che ci siamo, non fare un Consiglio federale di 19 membri così da includere quote rosa, quote arcobaleno, quote regionali, quote urbane, quote periferiche, quote di calvi, quote di cappelloni, quote di naturalizzati, e avanti con il festival dei criteri balzani?
MDD