Rimettere in maggioranza relativa in Consiglio di Stato il PLR spalancatore di frontiere equivarrebbe suonare la campana a morto per il voto del 9 febbraio, di cui l’ex partitone è sempre stato nemico: o vogliamo proprio piazzare la volpe nel pollaio?
Per la serie : “dacci oggi il nostro sondaggio quotidiano” o per lo meno settimanale, ecco che la SonntagsZeitung della scorsa domenica ha pubblicato l’ultima indagine dell’istituto gfs.bern da cui emergerebbe che gli svizzeri vedrebbero prevalentemente dei vantaggi negli accordi bilaterali, fanno però eccezione Ticino e Romandia. Uella, che notiziona! Notare che il sondaggio è stato commissionato da Interpharma: e gli ambienti economici che nei bilaterali ci tettano dentro, non sono propriamente imparziali in questa vertenza. Costoro i sondaggi non li commissionano per sport. Li commissionano perché vogliono manipolare l’opinione pubblica.
Voto da cancellare
E’ ovvio che i cosiddetti poteri forti, ben spalleggiati dal Consiglio federale che vuole portare la Svizzera nella fallita Unione europea (la domanda d’adesione non è mai stata ritirata), stanno facendo di tutto e di più per cancellare la volontà popolare. E’ in atto un vero lavaggio del cervello all’indirizzo della popolazione. Gli svizzerotti vanno convinti di aver sbagliato a votare. Che tornino all’ovile e accettino la rimozione del 9 febbraio dalla storia del Paese!
Devastati… per chi?
Ci sono tre anni di tempo per applicare il voto del 9 febbraio. Più di uno è trascorso senza risultati. Il disegno è chiaro: andare avanti così fino alla scadenza dei termini per poi dire che “sa po’ fa nagott” e mandare la gente a votare su tutti i bilaterali. Nel frattempo, altri anni di terrorismo di Stato finanziato con i soldi del contribuente ed alimentato dalla stampa di regime per assicurarsi che la popolazione, la prossima volta, voti “giusto”. Eh no, non ci caschiamo!
In Ticino la gente ne ha giustamente piene le tasche della libera circolazione delle persone. Perfino il sondaggio addomesticato pro saccoccia Interpharma lo conferma. La libera circolazione ci ha portato solo disoccupazione, povertà, delinquenza. Senza contare che tenere le frontiere spalancate con i terroristi islamici dell’ISIS a 1000 km è un suicidio collettivo.
Il Ticino è devastato dall’invasione da sud e per cosa? Per fare gli interessi dai grandi gruppi aziendali d’Oltralpe? Che questo accada è una vergogna per la Svizzera!
La madre di tutte le battaglie
La limitazione della libera circolazione delle persone è una battaglia cruciale per il nostro Cantone. Diciamo pure che è la madre di tutte le battaglie. Non c’è nemmeno bisogno di perder tempo a spiegare perché.
Di conseguenza, è essenziale che i ticinesi il 19 aprile votino per i fautori del 9 febbraio: per chi ha contribuito in modo determinante al suo trionfo, sia cantonale che, di riflesso, federale. E questo qualcuno è la Lega dei Ticinesi.
L’ex partitone, invece, ha fatto proprio il contrario. Il suo comitato ha votato all’unanimità contro l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Il PLR ha sempre rifiutato – e rifiuta tutt’ora – ogni intervento contro l’invasione da sud. La totale inattività al proposito della sua attuale rappresentante in Consiglio di Stato è emblematica.
Vogliamo la volpe nel pollaio?
Anche quello che mena il gesso è in grado di capire che far tornare il partito delle tasse PLR in maggioranza relativa quando la concretizzazione del voto del 9 febbraio è ancora in alto mare è come mettere la volpe nel pollaio. Il Ticino ha una volontà sacrosanta: non vedere più i nostri lavoratori di ogni età in disoccupazione ed in assistenza perché soppiantati da frontalieri o da padroncini. Un Consiglio di Stato a maggioranza relativa PLR questa volontà la sotterrerebbe a suon di “sa po’ fa nagott”.
Il PLR è il partito del “dobbiamo aprirci all’UE”. Il Ticino vuole, giustamente, tutt’altro. Solo con una Lega forte, il voto del 9 febbraio diventerà realtà. La partita si giocherà nei prossimi mesi. Un raddoppio del PLR, sempre condiscendente con i suoi consiglieri federali europeisti e con la catastrofica ministra del 5% (vedi le posizioni di Sadis a sostegno dell’accordo-ciofeca con l’Italia) segnerebbe la morte di ogni speranza per il futuro. Questo Cantone verrebbe schiacciato definitivamente dall’invasione da sud con la scusa del “margine di manovra nullo”.
I ticinesi devono porsi una sola domanda: vogliono che il sogno di tornare padroni in casa propria – pur con difficoltà – si concretizzi, o vogliono che resti per sempre un sogno?
Lorenzo Quadri