I multikulti partoriscono l’ennesima boiata, e il politicante PLR di turno segue

 

Ecco servita l’ultima boiata dei multikulti spalancatori di frontiere: quelli che vogliono fare entrare tutti in Svizzera, mantenerli con i soldi del contribuente, e poi, naturalmente, permettere ad ogni immigrato di fare i propri comodi nel nostro paese. Tale Jürg Brühlmann, esperto di formazione (?) dell’Associazione svizzera dei docenti, ha infatti formulato una proposta davvero “geniale” (si fa per dire): gli allievi “con passato migratorio” (ormai per i politikamente korretti anche la parola “straniero” è diventata tabù) devono poter seguire le lezioni nella loro lingua madre. Perché le competenze linguistiche sono fondamentali per l’apprendimento di tutte le materie e blablabla.

Ansia da prestazione

Se la  balorda proposta dovesse trasformarsi in realtà, nella scuola svizzera ci sarebbero lezioni in albanese, in arabo, in serbo-croato, e in svariate decine di idiomi esotici (chi paga i docenti di tigrino e di swahili?). Avanti con la genuflessione nei confronti degli immigrati! Le loro richieste, è ovvio, sono ordini per i politicanti svenduti. Costoro vanno in ansia da prestazione se non riescono non solo ad accontentarle tutte, ma addirittura a prevenirle! (I risultati delle votazioni popolari, invece, possono venire tranquillamente gettati nel water: tanto gli svizzerotti mica scendono in piazza col forcone. E, discriminando gli svizzerotti, non si viene accusati di “razzismo”).

Libido alle stelle

Immaginiamo che i moralisti a senso unico e gli intellettualini da tre e una cicca sperimenteranno la massima libido  davanti alla proposta del buon Brühlmann.  Che naturalmente vuole introdurre in Svizzera un sistema che non esiste da nessun’altra parte del mondo. Ma noi, quando si tratta di accoglienza scriteriata, dobbiamo dare l’esempio!

Intanto gli svizzerotti, che hanno un quarto di popolazione straniera, senza contare le naturalizzazioni facili, ed un saldo migratorio dalla sola UE (quindi senza i finti rifugiati e gli extracomunitari) di 80mila persone all’anno, vengono accusati di razzismo e di xenofobia. E i “nostri” (s)governanti, invece di rispondere per le rime, recitano pure il mea culpa.

E’ un PLR

Il Consigliere di Stato basilese Christoph Eymann, presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell’educazione, si è affrettato a dichiarare che la “proposta è degna di essere esaminata”. Prendere nota: il buon Eymann è un PLR.

Quindi questo partito cameriere dell’UE non solo è in prima linea nella cancellazione del “maledetto voto” del 9 febbraio, ma è pure d’accordo di inserire l’arabo, l’albanese, il serbo-croato, eccetera tra le lingue d’insegnamento scolastico (naturalmente a spese del contribuente). Alla faccia della difesa e della promozione della nostra identità.

Interessante: Oltregottardo si cancella l’insegnamento dell’italiano, che è lingua nazionale. Però c’è chi vorrebbe insegnare l’albanese e l’arabo. E il presidente PLR della Conferenza cantonale dei direttori applaude.

Stimolo alla ghettizzazione

Con l’ennesima scempiaggine multikulti dell’insegnamento della e nella lingua d’origine si incitano gli  scolari stranieri a non integrarsi, e a ghettizzarsi tra loro. Ma non sia mai che noi si osi pretendere alcunché dagli immigrati! Solo diritti e nessun dovere: non vorremo mica passare per “beceri populisti e razzisti”!

Avanti così: continuiamo ad inginocchiarci davanti agli ultimi arrivati a scapito degli svizzeri, che andremo molto lontano. Le risorse per insegnare le lingue nazionali nelle scuole non ci sono; per la civica men che meno. Del resto insegnare i fondamenti delle nostre istituzioni non è politikamente korretto, visto che la Svizzera va svenduta all’UE. Per insegnare l’arabo e l’albanese, invece, le risorse ci sono eccome!

Quale sarà la prossima geniale proposta degli spalancatori di frontiere multikulti? Magari che l’albanese, l’arabo eccetera li dovranno obbligatoriamente imparare gli svizzeri, affinché gli immigrati non si sentano “discriminati” in casa nostra? Ma andate a Baggio a suonare l’organo!

Lorenzo Quadri