Nei giorni scorsi, alcune donne appartenenti al Consiglio centrale islamico della Svizzera  (CCIS) hanno cercato di introdursi in una piscina di Balsthal (Canton Soletta), indossando un burqini. Ossia l’osceno ed anti-igienico scafandro che, secondo gli islamisti, sarebbe un costume da bagno. Si ricorda che il CCIS è l’organizzazione farlocca diretta dal duo di pagliacci Nicolas Blancho e Qaasim Illi, quest’ultimo marito della donna in niqab che di tanto in tanto arriva anche alle nostre latitudini per protestare (uhhh, che pagüüüraaaa!) contro il divieto di velo integrale votato dal popolo ticinese nel 2012.

Alla fine alla piscina solettese è intervenuta la polizia.

Le donne in burqini hanno avuto la faccia di tolla di dichiarare che la loro è stata “un’azione per protestare contro l’islamofobia in Svizzera”. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole!

Se la Svizzera è islamofoba, se gli svizzerotti sono “chiusi e razzisti”, queste signore del consiglio centrale islamico non hanno che da tornare al natìo paesello.
In casa nostra si rispettano le nostre regole e le nostre usanze. Non ti sta bene? Non vuoi adeguarti? Vuoi vivere in Svizzera come se fosse il Pakistan? Föö di ball! Vai in Pakistan!
E per eventuali svizzeri e svizzere convertiti/e al radicalismo islamico, vale la stessa cosa. Vi piacciono burqa, burqini, sharia, teocrazia? Andate nei paesi dove le regole sono queste. Avete voltato le spalle al mondo ed ai valori occidentali: abbiate il coraggio di assumervene le conseguenze.

Lorenzo Quadri