Virus cinese: da un flop all’altro grazie al ministro P$. L’UFSP rinuncia al preparato J&J

Il dibattito di lunedì in Consiglio nazionale sulla revisione della legge sullo stramaledetto virus cinese ha battuto ogni record di lunghezza: è terminato alla una meno un quarto di notte. I contenuti sono però stati inversamente proporzionali alla durata. I soldatini della partitocrazia più che spendere i soldi – miliardi! –  degli altri non fanno.

Tanto per cambiare, il sedicente “centro” PLR e PPD si è dimostrato del tutto inaffidabile. Nelle commissioni parlamentari, i suoi rappresentanti hanno sostenuto la riapertura delle attività economiche con piani di protezione. Di modo che questa linea è diventata maggioritaria. In plenum invece… contrordine compagni! I soldatini liblab ed uregiatti hanno fatto il salto della quaglia: a larga maggioranza si sono schierati con la $inistra chiusurista. Sicché, per l’ennesima volta: PLR e PPDog ruota di scorta dei ro$$overdi! Ma avanti, continuate a votarli…

Risultato del voltafaccia del “centro”: dal Consiglio nazionale non è uscita alcuna decisione a sostegno delle riaperture. Gongola il “ministro dei flop” kompagno Berset.

Test rapidi, ma…

Come sappiamo, con MESI E MESI di ritardo il governicchio federale si è deciso a sposare la strategia dei test rapidi a tappeto (anche perché ormai li fanno un po’ tutti). Ma guarda un po’! Allora la Lega ed il Mattino avevano ragione! Del resto, se non vogliamo restare in lockdown in eterno, di alternative non ne abbiamo molte: grazie al kompagno Berset ed ai burocrati dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP), che dall’inizio della pandemia non ne hanno azzeccata mezza, i vaccini per la popolazione mancano.

Ma anche sui tamponi a tappeto Berset e soci stanno cumulando cappellate. In Germania, già da vari giorni ormai, sono disponibili nei supermercati i tamponi “fai da te”, al prezzo di pochi euro. In Svizzera no. Perché non sono (ancora) omologati! E fino a quando non lo saranno?

Qui qualcuno è fuori come un balcone: adesso il funzionarietto bernese di turno pretende di venirci a dire che dei prodotti ritenuti sicuri in Germania, non nel Burundi, non si potrebbero usare nella Confederella? Ma quanti disastri pensa ancora di combinare il ministro $ocialista Berset? Grazie P$$! Inutile dire che l’interpellanza leghista a Berna è già stata presentata…

Il caos totale

Il kompagno Berset mercoledì ha pensato bene di bullarsi su twitter di aver acquistato altre 3 milioni di dosi di vaccino Pfizer. Vedremo cosa arriverà e soprattutto quando, neh?

Intanto sul fronte dei vaccini il caos è totale: la scorsa settimana l’UFSP ha dichiarato di voler omologare quello della Johnson&Johnson. Però l’azienda nei giorni scorsi ha annunciato ritardi nelle forniture. Mercoledì, ennesima giravolta dell’UFSP: rinunciamo ai vaccini Johnson&Johnson, che però sono stati nel frattempo omologati dall’OMS.

Cose turche. Come se avessimo vaccini che crescono e potessimo permetterci di rinunciare a delle forniture!

Liste d’attesa

Altro che “vaccinazioni a manetta”, come incautamente annunciava qualcuno ad inizio anno: finora, grazie ai FLOP del $ocialista Berset e dei burocrati dell’UFSP, la campagna di immunizzazione alle nostre latitudini è stata in massima parte una campagna di creazione di lunghe liste d’attesa. Al centro di vaccinazione di Lugano, ad esempio, le persone in “stand by” sono circa 1200. Senza che i diretti interessati sappiano quando potranno effettivamente vaccinarsi.

Questa non è la Svizzera. E sappiamo chi ringraziare!

Lorenzo Quadri