Un’isterica campagna-contro che ha ormai poco a che vedere con l’oggetto in votazione

Si avvicina a grandi passi la votazione sull’insegnamento della civica nelle scuole medie e medie superiori come materia a sé stante e con propria valutazione. Si tratta in sostanza di 2 ore – lezione al mese di 45 minuti l’una, senza aggravi sulla griglia oraria globale.

Dal momento che si tratta di formare i cittadini-elettori di domani, l’importanza di metterli nella condizione di (quando sarà il momento) andare a votare conoscendo i propri diritti e doveri, nonché il funzionamento di uno Stato democratico, è così ovvia che non dovrebbe neppure essere oggetto di discussione.

Aria fritta, poi, l’accusa di “nozionismo”. Perché allora qualsiasi materia è “nozionistica”. Per essere non nozionistica la scuola dovrebbe smettere di insegnare. Si vedrà poi con quali risultati quando gli ex alunni dovranno inserirsi nel mondo del lavoro senza aver appreso un tubo.

Alcune constatazioni

Il tema in votazione in sé è dunque pacifico e, tutto sommato, circoscritto. Eppure la partitocrazia, la casta, l’establishment o apparato che dir si voglia, stanno facendo una cagnara inaudita contro l’iniziativa. Neanche si stesse discutendo dell’abolizione della libera circolazione delle persone. Già questa cagnara, fondata principalmente sulla denigrazione personale degli iniziativisti, sarebbe un motivo sufficiente per votare un Sì deciso all’insegnamento della civica.

Alcuni elementi per inquadrare la situazione:

 

  • Il comitato promotore dell’iniziativa “Educhiamo i giovani alla cittadinanza”, presieduto dal Dr Alberto Siccardi, è apartitico, ma i suoi esponenti non sono certo di $inistra.
  • In Gran Consiglio, anche i deputati dei partiti $torici hanno sostenuto a larga maggioranza il compromesso della commissione scolastica, che è assai vicino all’iniziativa: segno che chi conosce la proposta messa in votazione non può che approvarla.
  • In seguito però la partitocrazia si è “accorta” che l’iniziativa è appoggiata dall’odiata Lega e dall’Udc. E ha perso la testa. In quattro e quattr’otto ha voltato marsina, sconfessando brutalmente i propri parlamentari. Questo perché non bisogna mai dare ragione ai vituperati “populisti”. Soprattutto quando manifestamente ce l’hanno! Poi però all’occorrenza, e specie prima delle elezioni, se ne fotocopiano le proposte (politica-Xerox).
  • La partitocrazia voltamarsina è andata così ad unirsi agli esponenti di punta (?) dell’antileghismo isterico. A costoro, evidentemente, della questione civica o non civica non importa un tubo. Se le parti fossero invertite, ossia se la partitocrazia fosse favorevole alla civica e la Lega si opponesse, direbbero proprio il contrario di quel che dicono ora. Ed infatti, in mancanza di argomenti concreti, le loro esternazioni sono ridotte ad un conglomerato di arrampicate sui vetri e di “fake news” (in italiano:  balle di fra’ Luca).
  • E’ quindi evidente che la partitocrazia e la “casta” (concetti che in buona parte si coprono) tentano, semplicemente, di punire l’iniziativa rea di arrivare da quella parte politica che deve imperativamente venire bastonata. Questo è il loro senso civico. E, per raggiungere il loro obiettivo, denigrano i promotori con attacchi personali. E questi sono poi gli stessi che si riempiono la bocca con il “rispetto”. Ma naturalmente sono capaci solo di pretenderlo, il rispetto. Non certo di offrirlo.
  • Il primo a voltare marsina è stato il PPD, ormai ridotto a personale megafono di alcuni deputati-sindacalisti in perenne fregola di visibilità. Comprensibilmente criticato per questa ennesima dimostrazione di uregiateria, ne ha approfittato per gettarsi nella mischia a suon di comunicati stampa. Obiettivo: ottenere un po’ di quella così bramata visibilità.
  • A $inistra alla logica del “dàgli agli odiati nemici” si aggiungono anche riflessioni legate alla civica in sé. Ovvero: la civica non va insegnata perché i futuri cittadini devono rimanere nell’ignoranza del modello svizzero. Così è più facile sdoganare bestialità sul genere “la Svizzera non esiste”. E continuare a svendere il paese alla fallita UE.
  • Che la civica attualmente non sia insegnata è chiaro. Non lo dice solo lo studio SUPSI, ma anche l’esperienza. Quanti ragazzi alla fine della scuola dell’obbligo sanno cos’è il gran consiglio, cos’è un’iniziativa popolare, cos’è un referendum? Quanti sanno cos’è il potere esecutivo? Da un servizio realizzato nei giorni scorsi dal Quotidiano RSI, l’ignoranza emergeva con desolante evidenza. E la RSI non è di certo sospetta di reggere la coda agli iniziativisti.
  • Un certo numero di docenti è contrario alla civica. Per i sindacati si tratta di una clientela interessante, che “deve” essere accontentata. Per i partiti ostaggio dei sindacati (P$ e PPD) idem.
  • Il voto del 24 settembre si è trasformato in un voto su chi comanda nella scuola pubblica. La gauche-caviar la considera di sua proprietà esclusiva. Ogni tentativo da parte della “società civile” di metterci il becco va quindi stroncato sul nascere. Tanto più se gli “intrusi” sono in qualche modo assimilabili all’odiata “destra”. Noi sia mai che si apra una falla! Vade retro!

 

Sì alla civica, no ai voltamarsina

Come si vede, lo scomposto agitarsi dei contrari alla civica ha poco a che vedere con l’oggetto in votazione. Ha invece molto a che fare con squalificanti giochetti partitici ed ideologici. Il fatto che la partitocrazia e la casta conducano questi giochetti sulla pelle degli scolari ticinesi è un’ulteriore aggravante.

Depositare un sì nell’urna il prossimo 24 settembre significa dunque dire sì alla civica e no ai sordidi intrallazzi di cui sopra. Tanto più che i ragazzi la civica la vogliono apprendere. Vedi la decisione della scorsa settimana del Consiglio cantonale dei giovani (CCG). Una richiesta che il CCG aveva peraltro già avanzato nel 2014.

Sì alla civica, No alla partitocrazia voltamarsina, No ai rottamatori della Svizzera!

Lorenzo Quadri