Un Cantone “sovranista” non può ritrovarsi con una deputazione euroturbo a Berna
Nei prossimi anni si deciderà il futuro della Svizzera. Se l’accordo quadro istituzionale dovesse diventare realtà, la Svizzera così come la intendiamo oggi, quindi come Stato indipendente e sovrano, non esisterà più. L’accordo quadro è un trattato coloniale. Prevede il legame (appunto) istituzionale della Svizzera all’Unione europea. Una prospettiva che il popolo elvetico, ed a maggior ragione quello ticinese, ha sempre rifiutato. L’accordo quadro istituzionale non è la continuazione della via bilaterale. E’ la sua fine.
Finisce la via bilaterale, inizia quella della sudditanza. Bruxelles ci imporrà le sue leggi tramite ripresa automatica (altro che dinamica) del diritto UE, e la sua giurisprudenza tramite i giudici stranieri della Corte europea di giustizia (altro che la favoletta del tribunale arbitrale, il quale conterebbe meno del due di picche).
Con questo accordo si vuole sfasciare la Svizzera, il tanto decantato modello di successo svizzero, il federalismo, i diritti popolari, in nome di presunti vantaggi economici per pochi. Ma se perfino un imprenditore del calibro di Nick Hayek dice che sarebbe demenziale svendere il Paese con l’illusione che questo serva ad esportare di più, di cosa stiamo parlando?
Abbiamo bisogno di tutti
Visto che nei prossimi anni ci si gioca il futuro del Paese, è essenziale che i ticinesi, che hanno sempre votato massicciamente contro l’asservimento all’UE, alle elezioni sostengano quelle forze politiche e quegli esponenti che effettivamente li rappresentano. Non quelli che li tradiscono. Votare in un modo ed eleggere in un altro è un esercizio pericoloso, che il nostro Cantone non si può più permettere.
La particolarità della situazione ticinese deve riflettersi anche nella composizione della sua Deputazione a Berna. Un popolo sovranista non può trovarsi con una deputazione eurofila; magari ancora più eurofila di quanto già non sia. Eppure è proprio quello che potrebbe capitare il 20 ottobre. Perché è inutile nascondere che uno dei tre seggi in Consiglio nazionale di Lega-Udc è a rischio. E quindi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti quelli che non vogliono la svendita della Svizzera a Bruxelles.
Se i ticinesi votano in un certo modo…
Se i ticinesi votano contro l’UE, non è perché sono populisti e razzisti. Questa è la solita fregnaccia messa in giro da chi pretende di farci accettare le proprie posizioni immigrazioniste tramite ricatti e denigrazioni. I ticinesi votano in un certo modo perché sperimentano sulla propria pelle le conseguenze della libera circolazione e dell’asservimento all’UE: vedi l’invasione da sud. Un asservimento che ci è stato imposto. Perché i ticinesi, in votazione popolare, l’hanno sempre rifiutato.
Ricordiamo che nel 1992, grazie al Ticino che fece ago della bilancia, la Svizzera non entrò nello SEE. A quasi tre decenni di distanza occorre dunque ripetere quell’exploit anche a livello elettorale.
Del resto, guardiamoci intorno. In Sassonia e Brandeburgo i sovranisti dell’AfD raddoppiano i consensi. In Gran Bretagna si attua la Brexit. Ed in Ticino, invece, la popolazione fa vincere quelli che vogliono ridurre il paese ad una colonia dell’UE? Sarebbe davvero il colmo!
Quando fa comodo
In queste elezioni si fa un gran parlare, a vanvera, di congiunzioni di liste – a destra, a sinistra e al centro – e, di conseguenza, dell’esistenza di tre blocchi. Si tratta una fregnaccia.
Tanto per cominciare: la congiunzione al cosiddetto centro, peraltro sempre più succube ed ostaggio della $inistra, è fatta solo per le cadreghe. Non si basa su alcun programma comune. Una volta passate le elezioni, PLR e PPD torneranno a suonarsele di santa ragione. La dimostrazione che è così, è già arrivata: i presidenti cantonali di ex partitone e PPDog si sono affrettati a dichiarare che di introdurre la possibilità di congiungere le liste a livello cantonale e comunale non se ne parla nemmeno. In altre parole: congiunzioni solo per noi e solo quando fa comodo a noi, per mantenere le cadreghe dei nostri tromboni.
Quindi, l’attuale congiunzione al centro è una presa in giro dell’elettore. L’elettore che vota PLR in realtà sostiene non il suo partito, ma il secondo seggio del PPD.
Solo due blocchi
Ma soprattutto. Non è vero che in queste elezioni ci sono tre blocchi: centro, “destra” e $inistra. I blocchi sono solo due. Da un lato chi difende la Svizzera: ovvero Lega ed Udc. Dall’altro chi non perde un’occasione che sia una per svenderla all’UE. Ossia il triciclo PLR-PPD-P$$.
Il tema dei rapporti con l’UE è l’argomento fondamentale di queste elezioni. Vista la posizione della grande maggioranza dei ticinesi a tal proposito, gli elettori non dovrebbero avere molti dubbi su quali forze politiche sostenere. O davvero questo Cantone vuole farsi male da solo?
Lorenzo Quadri