Dare voce ai giovani? Macché, i kompagni vogliono solo approfittare della scuola ro$$a!

La partitocrazia sotto le Cupole federali continua a montare la panna sull’abbassamento dell’età di voto a 16 anni. I Cantoni questo abbassamento non lo vogliono: in consultazione, si sono dichiarati contrari in 15. Nemmeno i cittadini lo vogliono: dove il tema (a livello cantonale) è andato in votazione popolare, l’esito è stato un No.  Lo stesso (S)consiglio nazionale è diviso. La risicata maggioranza favorevole – lo scarto è di pochi voti – è composta dai $inistrati più qualche soldatino radikale ed uregiatto. Tant’è che la Commissione preparatoria del CN per la terza volta porta in plenum un parere negativo sul tema, e per la terza volta viene sconfessata per un soffio.

Non sta in piedi

Par non farsi mancare niente, la proposta medesima non sta in piedi: il diritto di voto verrebbe concesso già a 16 anni, mentre l’eleggibilità resterebbe a 18. Così come pure la maggiore età (con tutti i diritti e doveri che essa implica). “Spacchettare” la sola età di voto è una mera operazione di politichetta partitica, pistonata dalla $inistra ro$$overde pensando ad interessi di saccoccia. O meglio: di cadrega.

L’ultima iniziativa parlamentare sul tema – quella che il Nazionale ha approvato la scorsa settimana per un soffio, sconfessando la propria Commissione delle istituzioni politiche – proviene infatti da una politicante Verde-anguria con doppio passaporto turco e svizzero. La medesima signora, ma tu guarda i casi della vita, figura nel comitato promotore della farneticante iniziativa popolare, su cui  il Mattino ha riferito la scorsa domenica, che vuole fare diventare cittadino elvetico chiunque lo richieda, basta che abbia risieduto legalmente in Svizzera per almeno cinque  anni. Quindi anche delinquenti, finti rifugiati ammessi provvisoriamente, stranieri a carico del contribuente, eccetera, dopo cinque anni otterrebbero il passaporto rosso “in automatico”: è sufficiente che ne facciano domanda. Senza dover dimostrare alcun tipo di integrazione, né di indipendenza economica, né di conoscenza del nostro Paese. Ma andate a Baggio a suonare l’organo!

Interessi di cadrega

Tale iniziativa popolare del piffero, il cui comitato promotore è composto esclusivamente da politicanti ro$$overdi e (quasi) tutti con nazionalità plurima, mira ad allargare artificialmente l’elettorato della $inistra, sempre più anti-svizzera e partito degli stranieri.

I fautori del voto ai 16enni sono gli stessi personaggi. Ciò rende evidente dove vuole andare a parare detta proposta. Ingenuamente i favorevoli lo riconoscono pure: “Negli ultimi tempi l’impegno politico (?) dei giovani è aumentato sensibilmente”. Cosa intendono i kompagnuzzi per “impegno politico” che sarebbe “aumentato”? Ma è ovvio: intendono gli scioperi per il “clima”, nonché i blocchi stradali e gli atti vandalici degli eco-delinquenti. I ro$$overdi sperano dunque di sfruttare l’isterismo climatico “à la page” per guadagnare CADREGHE; del resto già lo sfruttano per riempirsi le tasche (non sono i soli) con la svolta “green” ideologica pagata dai contribuenti. Parecchi dei loro soldatini sotto le cupole federali sono infatti esponenti della lobby del solare. Pertanto, sono in Parlamento a votare sussidi statali a sé stessi. Stranamente, però, su questo sfacciato conflitto d’interessi i moralisti di $inistra non hanno nulla da dire. Chissà come mai?

Intenzioni chiare

Il disegnino è di una prevedibilità quasi imbarazzante: la scuola ro$$a indottrina i giovani in senso immigrazionista e climatista; gli esempi si sprecano anche alle nostre latitudini (basti pensare al diario scolastico che inneggia ai fankazzisti climatici).  A 16 anni molti ragazzi e ragazze ne sono ancora fortemente influenzati. E i $inistrati bramano di approfittarne pro-saccoccia, sperando di pompare il proprio elettorato.

E’ lo stesso disegno che sta dietro alle proposte di naturalizzazione automatica degli stranieri non integrati, che quindi se ne fregano della Svizzera e sposano le politichette ro$$overdi mirate a svenderla alla fallita UE e pure alla NATO; sfruttando, all’uopo, anche il mantra del “clima”.

Qualche anno fa, alle elezioni cantonali, il P$ di Basilea-città presentò una lista dove non figurava un solo nome che sembrasse anche solo vagamente svizzero.  Un esponente di questa lista, tale Mustafa Atici (Mustafa chi?) è oggi incadregato in Consiglio nazionale. Avanti così!

Una cosa è certa: se il “nuovo impegno politico” dei giovani (quali?) fosse diretto all’abolizione della devastante libera circolazione delle persone; se invece delle autostrade, gli “attivisti” bloccassero le dogane, i $inistrati – con stampa di regime al seguito – starebbero già strillando all’”allarme fascismo”. E l’età di voto pretenderebbero di alzarla a 26 anni. Altro che abbassarla a 16!

Lorenzo Quadri